Ebola: ‘profugo’ ricoverato a Roma…

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Allarme ebola nell’Ufficio immigrazione della Questura di Roma. Un sedicente profugo africano è stato portato all’Umberto I per accertamenti. Perdeva copiosamente sangue e aveva la febbre.

Da una prima visita è risultato che l’immigrato ha la febbre molto alta.

Secondo quanto affermato dal sindacato di Polizia Anip Italia, l’immigrato, un giovane somalo, si sarebbe sentito male dentro l’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, dove si era recato per rinnovare il – reggetevi forte – soggiorno per protezione internazionale: «perdeva sangue dal naso e le sue condizioni fisiche sono peggiorate in pochi minuti», spiega il Segretario Generale del sindacato, Flavio Tuzi.

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Ci vorranno almeno 24 ore, per escludere la presenza di Ebola. Nel frattempo, che fare, con chi era presente in Questura, e che sarà tornato a casa, in famiglia, o lavoro?

Ebola pone devastanti problematiche: perché nel caso Ebola venisse confermata, prendere misure 24 ore dopo il contatto, sarebbe totalmente inutile. A quel punto, l’epidemia sarebbe sfuggita di controllo.

Eventuali smentite, e dichiarazioni di ‘falso allarme’ da parte delle cosiddette autorità, prima delle 24 ore, sarebbero e sono, non solo demenziali, ma anche criminali. Perché in caso di una patologia così infettiva e mortale, deve valere il principio di ‘massima precauzione’. E questo principio verrebbe violato qualora non si agisse ‘come se fosse ebola’ fino al risultato del test. Unico strumento in grado di definire la presenza o meno del virus.

AGGIORNAMENTO:

Per le autorità, si tratta di raffreddore attacco epilettico.