Venezia apre le porte a medici africani

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La chiamano ‘cooperazione sanitaria con i paesi africani’.

Con un tempismo a metà strada tra il comico e il tragico l’Asl 10 di Venezia apre le porte ai giovani medici e infermieri provenienti dall’Africa.

Non solo invio di personale – che poi torna e mette a rischio la popolazione locale – per il distretto socio sanitario del Veneto Orientale, ma anche nuove prospettive di accoglienza e scambio culturale: loro ci portano Ebola.

«Un’azienda sanitaria ha anche il dovere di fare cultura e di portare a conoscenza della popolazione queste realtà» ha detto il direttore generale dell’Asl 10 Carlo Bramezza.

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In realtà, un’azienda sanitaria avrebbe il dovere di proteggere i propri cittadini dai pericoli derivanti da epidemie, non esporli alle stesse.

Ma no, lui dice:«Sto valutando, con la Conferenza dei Sindaci, di attivare degli stage presso le nostre strutture, per giovani medici e infermieri africani. Sarebbe un aiuto concreto a queste popolazioni che ne hanno davvero bisogno».

E anche in questa ‘operazione’ è impegnato Don Dante Carraro, direttore del Cuamm Medici con l’Africa.

Ne abbiamo piene le balls di missionari che ci portano miss Ebola in Europa.




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