Qualche giorno fa il Ministro Lorenzin è andata negli Stati Uniti a rassicurare i potenti della terra dicendo che in Italia non c’è rischio ebola. Vorremmo, però, che il ministro rassicurasse anche gli italiani, spiegando loro come intende prevenire il contagio del virus nel nostro Paese che quasi quotidianamente accoglie uomini, donne e bambini che arrivano da Paesi confinanti con quelli più colpiti dall’ebola.
Ad aprile il M5S presentò un’interrogazione al Ministro, ma sono passati sei mesi e la Lorenzin non si è mai degnata di venirci a dare una risposta. Come se questa epidemia, che sta dilagando in tutta l’Africa, non costituisse una minaccia soprattutto per l’Italia.

Questa malattia terribile ha già provocato quasi 6000 contagi e quasi 3000 morti di cui la metà solo nell’ultimo mese, ed è di oggi la notizia del primo caso negli Stati Uniti. Questo virus è ancora in parte sconosciuto: da quando è stato scoperto negli anni ’90 ancora non si è riusciti ad isolare l’agente infettante, perché il virus muta in continuazione. Già mesi fa facemmo presente che i dati sull’epidemia che ci arrivano dall’Africa sono approssimativi e le organizzazioni sanitarie sono spesso solo di facciata. Dunque è difficile fare diagnosi, censire le persone colpite dal virus e individuare le reali cause di morte. Al momento nessun protocollo medico è valido abbastanza per contenere il virus Ebola e questo ci fa temere che possa diventare il virus più temuto in caso di uso per fini terroristici.

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Quello che sappiamo è che se il contagio dovesse arrivare a toccare le coste del Nord Africa, il nostro Paese, soggetto ad immigrazione clandestina incontrollata, sarebbe in grave pericolo.

Abbiamo chiesto al Ministro di fornirci dati precisi sulla diffusione del contagio e soprattutto di venire in Parlamento a dirci chiaramente quali misure intende attuare per prevenire e contenere un possibile contagio del virus nel nostro Paese. Ma mentre i Governi di tutto il mondo sono in massima allerta, il nostro Ministero della Salute non ha saputo dare alcuna risposta alle nostre domande.
Vogliamo uno Stato vero, che tuteli davvero la sicurezza della nostra salute.

Ivana Simeoni, Paola Taverna – Commissione Sanità Senato

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