Nel nome del Padre

Vox
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E’ un altro tassello verso la precarizzazione dell’esistenza.

Cade l’obbligo del cognome paterno:per quello dei figli arriva la libertà di
scelta.

Da notare la scelta dei termini: obbligo e libertà. Come si può stare dalla parte dell’obbligo e non da quella della libertà?

L’aula della Camera ha approvato a voto segreto (239 sì, 92 no e 69 astenuti) il testo unico che introduce il doppio cognome nell’ordinamento italiano.

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Dietro la bella parola libertà, come in moltissime altre truffe culturali, c’è in realtà il disegno di ‘eliminare’ la figura paterna. Anche culturalmente.

Il Sistema vuole una società disaggregata. A partire dalla spoliazione della paternità attraverso omofilia, aborto e boldrinate varie.

Adesso il provvedimento passa al Senato per l’approvazione definitiva. Dove potrebbe trovare alcuni problemi.

Hanno votato a favore Pd, Sel, Led e Scelta Civica. Hanno votato contro Lega, Fdi, Per l’Italia e Ncd. FI ha dato libertà di voto. M5S si è astenuto.

FI non è un partito, è una sorta di contenitore privo di identità.




Un pensiero su “Nel nome del Padre”

  1. La figura paterna, grazie alla pseudorivoluzione sessantottina che ha demolito tutti gli ordini e gli schemi che rendevano forte la nostra società, é ormai una figura assente. I padri di oggi infatti sono per la gran parte uomini insignificanti, privi di autorità in casa e totalmente subordinati alle mogli o compagne, le quali a causa del fatto che hanno fin troppa voce in capitolo nella “educazione” dei figli, ne sono la rovina, di quelli maschi perché li rendono dei coglionazzi mammoni, ma soprattutto di quelle femmine alle quali concedono tutte le libertà possibili e inimmaginabili (che loro non avevano essendo stati i loro padri autorevoli e veri uomini), fregandosene altamente se sono puttane (basti pensare allo scandalo baby squillo dei Parioli).

    Tra l’altro, da una trentina di anni a questa parte, le madri comandano soprattutto sul nome di battesimo da imporre ai figli, spesso tratti dalla televisione e di origine straniera, tant’é che si é persa la tradizione tutta italiana di tramandare il nome di battesimo da nonno a nipote, come segno della continuità della discendenza, e di conseguenza si sono persi tutti i nomi “nazional popolari”. Di fatti se ad esempio il nome più diffuso tra i maschi italiani é Giuseppe, beh notiamo che tale nome é portato mediamente da gente in età piuttosto avanzata, e solo in Sicilia é ancora il nome più attribuito ai neonati.

    Con ciò cosa voglio dire, che se prima questi padri insignificanti e non autorevoli post-sessantotto contribuivano sui figli solo con lo sperma per concepirli e con il cognome per registrarli allo stato civile, beh adesso c’é il rischio che non mettano più neppure quest’ultimo.

    É una stortura assoluta, soprattutto se i figli sono nati all’interno di un regolare matrimonio. La scelta di mettere il cognome materno o il doppio cognome potrebbe avere senso se il figlio nasce da una coppia di fatto, anche se il padre naturale é noto.

    Quando il signor X e la signora Y contraggono matrimonio, quest’ultima (anche se formalmente) diventa la signora X o la signora XY. Diversamente se il signor X e la signora Y sono una coppia di fatto more uxorio, essa rimane tale.

    Spero davvero che in Senato questa porcheria venga bocciata, perché se passasse sarebbe molto grave e condurebbe la nostra società, già di per sé degenerata, ad un’ulteriore degenerazione.

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