L’embargo russo sta devastando l’economia italiana. E siamo solo all’inizio, vista l’ultima decisione suicida della Ue avallata anche dal mostro di firenze.
In Veneto, nel Padovano, partono le distruzioni.
Nella sola regione veneta andranno al macero il 30% della mele e delle pere: 75 mila e 45 mila tonnellate. Centinaia di migliaia le tonnellate di frutta che saranno distrutte in tutta Italia.
Perché l’embargo russo, oltre a chiudere un mercato fondamentale e ricco per le nostre produzioni, sta anche causando un effetto ‘ingorgo’: il mercato italiano è inondato di prodotti esteri a basso costo e di bassissima qualità, prima destinati alla Russia. E il nostro governo non fa nulla.
Germania e Olanda, ad esempio, stanno portando in Italia formaggi, inizialmente destinati alla Russia, che costano meno di 3 euro al chilo e rischiano di mettere in crisi i nostri produttori.
La Coldiretti del Veneto ha lanciata la campagna «Meglio italiano, scelgo veneto». Un appello che fa quasi ‘tenerezza’, per quanto è inutile. Senza dazi e controlli alle frontiere, vince la moneta cattiva. Quella che vale meno, perché spesso è impossibile conoscere l’origine di un prodotto.
E perché gli immigrati, di consumare italiano, se ne fottono. Basti pensare ai locali etnici: pensate, voi della Coldiretti, che chiedete sempre più immigrati invece di puntare sulla meccanizzazione dell’agricoltura, che i ristoranti cinesi acquistino frutta, verdura e latticini italiani?
E’ tutto il sistema che è ormai marcio.