Ebola si diffonde meglio, ‘grazie’ migrazioni umane

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Piu’ di 22 milioni di persone vivono in zone dell’Africa a rischio per la trasmissione del virus ebola dagli animali agli esseri umani (zoonosi), un’area piu’ grande di quanto ritenuto precedentemente.

E’ l’allarme lanciato nel rapporto pubblicato da specialisti sul magazine eLife, in cui si sottolinea come l’area a rischio e’ “piu’ estesa di quanto previsto in precedenza”, comprendendo 22 Paesi che vanno dalla Nigeria a nord fino al Mozambico a sud. Di questi, in 15 non ci sono mai stati episodi di zoonosi (Angola, Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Ghana, Liberia, Madagascar, Malawi, Mozambico, Nigeria, Ruanda, Sierra Leone, Tanzania e Togo) mentre in altri 7 (Congo-Brazzaville, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Guinea, Costa d’Avorio, Sud Sudan e Uganda) sono stati registrati casi di trasmissione da animali a uomini.

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“Abbiamo mostrato che la popolazione umana che vi vive e’ maggiore, piu’ mobile e maggiormente connessa a livello internazionale rispetto a quando venne osservato per la prima volta l’agente patogeno” nell’allora Zaire nel 1976, hanno affermato gli esperti. Ne risulta che, quando avviene la trasmissione scatenante, “le probabilita’ di diffusione tra la popolazione umana e’ maggiore, in particolare nelle aree con infrastrutture sanitarie scarse”.

Nel rapporto si afferma inoltre che, dal 2000, le epidemie di ebola sembrano essere aumentate “in maniera sostanziale”. Una situazione che potrebbe essere ricondotta al fatto che la gente si spinge piu’ in profondita’ nelle foreste remote dove vivono gli animali portatori del virus. A questo, si aggiunge anche un’esplosione nella popolazione urbana e nelle migrazioni.

Ebola si diffonde più velocemente a ‘grazie’ all’immigrazione e alla mancanza di frontiere. Cosa può pretendere di più, un virus, dalle sue vittime?




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