Turchi, siriani e pakistani hanno in comune solo il fatto di professare l’islam come religione, ma sotto il profilo squisitamente etno-antropologico nessuna ha nulla a che vedere con l’altra.
I primi appartengono al gruppo delle popolazioni uralo-altaiche che discendono da tribù originarie della Siberia e della Mongolia; i secondi sono arabi e hanno origine semitica; i terzi (come i bengalesi anch’essi islamici) appartengono al gruppo delle popolazioni indo-iraniche, e sono dunque razzialmente affini a indiani, cingalesi e nepalesi che invece praticano l’induismo.
La religione non può mai eliminare le differenze razziali che esistono nel mondo, e questo fatto lo dimostra. Basti pensare anche al Marocco che di continuo blocca i flussi di senegalesi, gambiani, maliani e nigeriani che sono negri ma islamici come i marocchini, oppure alla Mauritania dove il potere politico é in mano agli arabo-berberi che praticano la schiavitù dei negri, anch’essi islamici.
Ma un piccolo esempio c’é anche a casa nostra: l’Alto Adige o Sudtirolo, dove vivono germanofoni, italofoni e ladinofoni, tutti e tre di religione cattolica, ma con marcate differenze nella condizione socio-economica, con gli italofoni sempre più svantaggiati nei diritti e oppressi da una crescente germanizzazione dell’area (vittime a volte anche di episodi di violenza causati dai neonazisti germanofoni), in cui la lingua italiana viene sempre più rimossa in ogni ambito e sostituita col tedesco.
Turchi, siriani e pakistani hanno in comune solo il fatto di professare l’islam come religione, ma sotto il profilo squisitamente etno-antropologico nessuna ha nulla a che vedere con l’altra.
I primi appartengono al gruppo delle popolazioni uralo-altaiche che discendono da tribù originarie della Siberia e della Mongolia; i secondi sono arabi e hanno origine semitica; i terzi (come i bengalesi anch’essi islamici) appartengono al gruppo delle popolazioni indo-iraniche, e sono dunque razzialmente affini a indiani, cingalesi e nepalesi che invece praticano l’induismo.
La religione non può mai eliminare le differenze razziali che esistono nel mondo, e questo fatto lo dimostra. Basti pensare anche al Marocco che di continuo blocca i flussi di senegalesi, gambiani, maliani e nigeriani che sono negri ma islamici come i marocchini, oppure alla Mauritania dove il potere politico é in mano agli arabo-berberi che praticano la schiavitù dei negri, anch’essi islamici.
Ma un piccolo esempio c’é anche a casa nostra: l’Alto Adige o Sudtirolo, dove vivono germanofoni, italofoni e ladinofoni, tutti e tre di religione cattolica, ma con marcate differenze nella condizione socio-economica, con gli italofoni sempre più svantaggiati nei diritti e oppressi da una crescente germanizzazione dell’area (vittime a volte anche di episodi di violenza causati dai neonazisti germanofoni), in cui la lingua italiana viene sempre più rimossa in ogni ambito e sostituita col tedesco.