Sequestro di due roulotte e di una casa mobile di alcune famiglie nomadi. Lo ha disposto il pm Federico Frezza per ‘reato di occupazione di suolo pubblico’.
Un reato che migliaia di zingari commettono ogni giorno in tutta Italia e che se, venisse adeguatamente perseguito, ci libererebbe in pochi giorni di tutti i campi nomadi.
I poliziotti hanno circondato e isolato la zona nel timore che si potessero verificare problemi di ordine pubblico, poi hanno controllato camper e roulotte che fanno riferimento alla famiglia di Stefano Levacovich. In tutto otto persone.
Il provvedimento del magistrato fa seguito a una dettagliata denuncia dell’Ezit, l’Ente zona industriale che è proprietario dell’area e alle informative della polizia. Molti, gli allacciamenti abusivi alla rete idrica ed elettrica.
Spudorati gli zingari: «Il Comune ci aveva promesso di portare in questo territorio che è di competenza dell’Ezit – dice un’abitante – acqua, luce e gas. Ma sono rimaste parole al vento». Non solo. I sinti in passato sono sempre usciti vittoriosi dai processi penali intentati loro con l’accusa di aver occupato abusivamente quella zona. Una condanna pronunciata in primo grado dal giudice Paolo Vascotto era stata annullata dai magistrati della Corte d’Appello.
Perché per un magistrato onesto, ce n’è sempre uno che non lo è.
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