Ebola si diffonde già per via aerea: ecco perché

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Uno studio sulla rivista Science, pubblicato la scorsa settimana , dimostra che il ceppo di Ebola che si sta diffondendo in tutta l’Africa occidentale ha subito un sorprendentemente elevato numero di mutazioni genetiche, durante l’epidemia in corso. Secondo gli esperti, le mutazioni potrebbero rendere il virus più difficile da diagnosticare e trattare, una volta ottenuto un farmaco.

Ma la domanda che tutti dovrebbero farsi, soprattutto noi italiani costretti a subire l’operazione Mare Nostrum, è se queste mutazioni finirnno per consentire a Ebola di diffondersi attraverso l’aria. Come avviene per una normale influenza.

In realtà, non ostante le interessate e criminali smentite del governo italiano, è già possibile per Ebola diffondersi attraverso il contatto diretto con le secrezioni respiratorie, volgarmente: quando una persona infetta tossisce o starnutisce direttamente su un’altra.

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I Centers for Disease Control, l’equivalente americano del nostro Istituto Superiore di Sanità, raccomandano in particolare una “protezione goccia” da adottare in ambiente ospedaliero, quando gli operatori sanitari stanno trattando pazienti infetti da Ebola. Questo tipo di diffusione diretta è a volte indicato come “contatto goccia”, ed è solo parzialmente distinto da una diffusione per via aerea.

Quando una infezione virale si trasforma in una infezione trasmissibile per ‘via area’, come l’influenza normale, significa che i microbi rimangono sospesi in aria per lunghi periodi di tempo. In generale, questo è ciò che si intende per “trasmissione per via aerea”. In questo caso, i microrganismi devono essere in grado di sopravvivere per lunghi periodi di tempo fuori del corpo e devono essere resistenti alla essiccazione.

Ed è su questa sottile e non sostanziale distinzione, che gioca il nostro governo, quando afferma che Ebola ‘non si trasmette per via aerea’: lo fa, ma per contatto diretto con i microbi espulsi dall’infetto. Ad esempio su un normale mezzo pubblico.

Ma come detto, Ebola potrebbe anche già essere mutata e in grado di sopravvivere ‘in aria’ e poi diffondersi. Anche senza contatto diretto. In quel caso, noi ‘campioni del mondo’ dell’accoglienza saremmo i primi a rendercene conto.




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