Anche stavolta, Vox aveva visto giusto
Eravamo ad Aprile, quando andò in scena l’ennesimo piagnisteo contro il “rassismo”, gonfiato ad arte dai media.
Forse ricorderete la vicenda: a Padova, un nigeriano sorpreso senza biglietto dai vigili, dichiarò di essere stato aggredito dagli stessi; a prova di ciò, portò innumerevoli foto del suo volto tumefatto.
I giornali accorsero a dare massima visibilità alla notizia e alle foto, spesso sostenendo la posizione del nigeriano.
I vigili, dal canto loro, avevano da subito fornito un’altra versione della vicenda: non un’aggressione in stile “naziskin” ( che tanto entusiasma i pennivendoli) ma un normalissimo episodio di cronaca: ovvero, un immigrato viene sorpreso a viaggiare a scrocco su un mezzo pubblico, e si dimena con violenza per fuggire al fermo.
L’unico aspetto che era stato diverso dal solito ( e che aveva quindi permesso che quest’episodio fosse raccontato dai giornali) è che in questo caso a farsi male era stato l’immigrato, e non i vigili; ma non per pestaggi, altresì per palese goffaggine. Come sostennero i vigili, l’immigrato infatti” durante la resistenza al pubblico ufficiale, aggrappandosi ad una inferriata di una finestra del fabbricato, perdeva l’equilibrio e picchiava il volto contro la stessa, e cominciava a sanguinare”.
Neanche queste dichiarazioni più che verosimili, avevano però frenato la foga delle varie associazioni che esistono solo per lucrare ai danni degli italiani: associazione dei lavoratori Cobas e l’associazione “razzismo stop”, avevano subito sostenuto il nigeriano Oviawe Prensley, nella sua denuncia, indicendo anche manifestazioni: speravano con ogni probabilità di potersi porre “parte civile”, nell’eventuale processo contro i vigili; come tali associazioni sono sempre più solite fare.
Ma ora, la verità è venuta a galla: la Procura di Padova, mediante i suoi inquirenti, ha accertato che la dinamica dei fatti corrisponde con quanto sostenuto dal verbale redatto dalla Polizia municipale, e non certo con quanto denunciato dal nigeriano e da associazioni come “razzismo stop”.
Adesso il nigeriano Prensley rischia di essere lui condotto a processo, con le accuse di: oltraggio, resistenza al pubblico ufficiale e calunnie.
E anche questa volta, Vox ci aveva visto giusto, intuendo il reale sviluppo della vicenda.
Ma in franchezza, non ci voleva molto: bastava non avere paraocchi xenofili, per dedurre dove potesse stare la verità.
Questa vicenda mette in luce innumerevoli punti, come la lontananza dalla realtà dei media ( persi nelle proprie fantasie sui “rassisti” picchiatori), o quanto gli immigrati ben sappiano del clima d’impunità che li circonda.
Possono fare quello che vogliono, tanto troveranno sempre qualche associazione di fanatici “anti-rassisti” pronti a reggergli il moccolo.