Il commissario alla spending review pensava che Renzi facesse sul serio, quando lo aveva nominato. Renzi invece pensava avesse capito trattarsi di propaganda, e che si sarebbe accomodato come uno dei tanti boiardi di stato che, in teoria, avrebbe dovuto rottamare.
Così finisce la storia tra Cottarelli e Renzi. Non appena il secondo ha toccato il filo scoperto di quella ragnatela di potere che parassita il settore statale, e ha provato a tagliare le gambe ai figli di papà raccomandati.
Compresa la figlia dell’ex governatore di Bankitalia, che percepisce quasi quasi un milione di euro al mese in consulenze al governo.
La signorina è una dei 300 consulenti che si affiancano ai già troppo numerosi funzionari statali.
Se non sbaglio Cottarelli é il terzo commissario alla revisione di spesa che fin’ora abbiamo avuto. Dunque se ne va pure lui, e se ne va perché fare una revisione di spesa qui in Italia é praticamente impossibile.
Se si facesse una vera e propria revisione di spesa, verrebbero eliminate tutte le inutili spese che servono a mantenere la casta politica nostrana fatta di parassiti e ladri, ma siccome sono proprio costoro che comandano, tali sprechi non verranno toccati mai.
Neppure Bondi che é stato quello che ha salvato due aziende decotte come Montedison e Parmalat come commissario straordinario, da commissario alla spending review é riuscito a combinare qualcosa.
Insomma il problema non sono i commissari alla spending review che non fanno bene il loro lavoro, ma i politici che gli impediscono di svolgerlo correttamente.