Cristiani perseguitati da islamici nei centri per rifugiati

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GLI ISLAMICI NON SONO MAI ‘PROFUGHI’, SONO SEMPRE E SOLO INVASORI

STIAMO IMPORTANDO LE PERSECUZIONI DEL VICINO ORIENTE IN EUROPA

FamilieChe cosa accade, quando un esule di fede cristiana, richiedente asilo in Germania, finisce in un centro di accoglienza, ove si trovino rifugiati di tutte le religioni? Che diviene automaticamente un bersaglio.

Quindi, una vittima, costretta a subire gli attacchi, gli abusi, i soprusi e le aggressioni – non solo verbali – da parte dei suoi “colleghi” musulmani. I quali in comune hanno solo la sorte, ma non il trattamento.

A denunciarlo a chiare lettere, è l’Osservatorio Intolerance and Discrimination against Christians in Europe, raccogliendo la testimonianza del siriano Christian Toni (il nome è di fantasia, ovviamente, essendo consigliabile l’anonimato per ovvie ragioni di sicurezza): «Tutto è iniziato con mio figlio – ricorda – Gli hanno detto: “Voi siete cristiani, infedeli. Mangiate maiale, non giocheremo con te”».

Gli fa eco il suo connazionale, Farid (altro nome di fantasia): «Tenevamo sotto controllo i bambini giorno e notte. Spesso li picchiavano. Avevamo paura di perdere la calma e reagire alle provocazioni, ma questo avrebbe alla fine provocato solo problemi ancora maggiori». Spesso le loro famiglie subivano gli assalti dei musulmani, che condividevano con loro l’alloggio presso lo stesso Centro di Accoglienza.

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Ancor più deprimente il caso di una famiglia irachena di rifugiati (nella foto), sottoposta ad una vera e propria azione di mobbing presso una struttura analoga, nella Baviera.

Loro figlio è stato picchiato all’asilo da un siriano islamico. Poi sono giunte continue minacce di morte, ripetute per diversi mesi: «Mia moglie era incinta – ha dichiarato il capofamiglia – e non ce la faceva più a reggere questa situazione». Le autorità non avevano dato più di tanto peso alla questione. Ma di loro aveva deciso di occuparsi, del tutto volontariamente, Christian Salek, un avvocato con radici siriane e studio a Monaco: «Ciò che mi ha profondamente colpito, come persona prima ancora che come legale – ha dichiarato – è sentirli dire chiaramente: ‘Noi abbiamo paura in Germania’. Non potremmo vivere in pace qui, esattamente come non potremmo vivere in pace in Iraq». Quindi, tanto valeva tornare: detto, fatto. Un giorno, la coppia ha deciso di rimpatriare, a Mosul. Con prole al seguito. L’inferno, che oggi l’Iraq è diventato, non è parso poi tanto più brutto della civilissima Germania, nella libera Europa.

In collaborazione con: nocristianofobia.org

Ci raccontano che l’operazione Mare Nostrum salva chi fugge dalla guerra. A parte che sarebbe preferibile evitare di creare guerre che poi generano movimenti di popolazione, ieri, dall’Onu abbiamo appreso che dei 100 mila raccattati da Al Fano e Renzi, meno di 10 mila sono siriani, e quasi tutti islamici, quindi carnefici e non vittime. Il resto sono immigrati delle classi medie di paesi poveri in cerca del nostro welfare.

Oggi, veniamo a sapere che i pochi cristiani, quindi le poche vittime, finiscono anche per essere perseguitati dagli altri ‘profughi’.