Scandalo al MAXXI di Roma: pedopornografia spacciata per arte

Vox
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Vergognosa mostra al museo gestito da Giovanna Melandri

Al Museo Maxxi di Roma ( tenuto in piedi solo dai soldi pubblici e utile soltanto per il clientelismo degli avanzi del Pd), è in atto una mostra di presunte opere d’arte che esaltano un’estetica pedopornografica.

Sulla vicenda, si è mosso l’Osservatorio sui Diritti dei Minori, nella persona del presidente Antonio Marziale.
Come spiega lo stesso Marziale:

E’ in particolare da segnalare l’immagine di due bambine, una delle quali adagiata sulle spalle dell’altra dalla cui bocca fuoriesce un pene.
La rappresentazione si intitola Piggyback e ha letteralmente indignato alcuni visitatori con figli minorenni, che ci hanno prontamente contattati per manifestare il loro disgusto e la loro riprovazione.

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Ecco una foto di questo schifo:

vomitevole non arte

Prosegue Marziale:

Esporre simili rappresentazioni nell’era in cui la pedopornografia macina un giro d’affari da far impallidire il bilancio di uno Stato significa mancare di rispetto a quanti ogni giorno combattono per drenare il più turpe ed abbietto crimine contro l’umanità.
Infine, riteniamo l’esposizione in contrasto col bisogno di costruire una cultura, anche dell’immagine, antitetica allo sfruttamento sessuale dei minori pertanto sollecitiamo il Governo, nella persona del ministro Dario Franceschini, a voler provvedere alla rimozione di quell’opera.

Come accennavamo ad inizio articolo, il Museo MAXXI di Roma è un rifugio “piddino” in piena regola. Promosso inizialmente da Veltroni, e definitivamente creato dalla Melandri, quand’era ministro alla cultura. La stessa Melandri che, da quando ha perso il posto nelle liste, è al vertice della Fondazione Maxxi, finanziata dal ministero per i beni culturali.
Il Museo stesso incassa da anni ( ogni anno ) milioni di soldi pubblici, per riuscire a chiudere il bilancio in pareggio. Nell’ultimo anno, 2013, ha incassato ben 6 milioni di euro tra il suddetto ministero attività culturali, Arcus, oltre ad altri soldi della Regione Lazio.
Una pioggia di soldi dei contribuenti, solo per permettere a ‘progressisti’ fuori dalle liste, da un lato di avere gonfi stipendi e distribuire prebende in giro, dall’altro di far pubblicità a tutta quella non arte contemporanea che li entusiasma, come i suoi nuovi vestiti entusiasmavano l’imperatore…
E questo, fino ad arrivare a mettere in mostra “opere” che esaltano lo sfruttamento sessuale di bambini.