Il Tribunale civile di Roma ha rigettato il ricorso presentato dai genitori biologici dei gemelli nati lo scorso 3 agosto a seguito dello scambio di embrioni all’ospedale Pertini della capitale.
Nel provvedimento il giudice precisa che il caso “non è suscettibile di ricorso alla Corte Costituzionale”.
Il giudice della prima sezione civile di Roma si era riservato di decidere sul caso dei due gemellini contesi, registrati con il cognome del marito della donna che li ha dati alla luce.
Gli embrioni erano stati scambiati nel dicembre 2013 durante la fecondazione assistita al “Pertini” di Roma:scoperto l’errore, i genitori biologici avevano
chiesto di bloccare la registrazione all’anagrafe dei bimbi, una volta nati.
“C’è gioia per la nascita dei bambini, per il fatto che stanno bene ma c’è di-
spiacere perché non li possiamo abbracciare”, dicono i genitori biologici.
Il caso non è per niente dubbio: i figli sono dei genitori biologici. Hanno il loro patrimonio genetico.
Il caso mette in evidenza i drammi del commercio di embrioni, anche se in questo caso, si trattava di ‘fecondazione interna alla coppia’, ed è stata resa ‘eterologa’ solo dall’errore dei medici.