Pulizia etnica, Cristiani spazzati via da Iraq, chiese distrutte e croci abbattute

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PROSSIMAMENTE IN EUROPA

Dopo Mosul, Sinjar, Telkef, Batnaya e Teleskuf, nel mirino dell’Isis (il sedicente Stato islamico dell’Iraq e del Levante) sono finiti i villaggi superstiti della piana di Ninive, rimasti a maggioranza cristiana: così è caduta la cittadina di Qaraqosh con le aree limitrofe – Tal Kayf, Bartella e Karamlesh -, ove avevano trovato riparo molti degli esuli scampati agli attacchi dei giorni scorsi.

Pare che i miliziani abbiano anche sparato diversi colpi di mortaio, provocando tre morti, tra cui un bambino di 10 anni. Ora i terroristi islamici hanno assunto il pieno controllo della regione, autoproclamando una sorta di “califfato”, ove vige una rigida applicazione della sharia.

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Le chiese sono state devastate e profanate, distrutti numerosi manoscritti antichi.

100 mila cristiani, impauriti e minacciati, han dovuto ancora una volta fuggire dalla furia degli invasori musulmani, senza aver neppure la possibilità di portare alcunché con sé, tranne i vestiti indosso. Tanto da indurre il Patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako a parlare all’agenzia AsiaNews di «esodo, di una vera e propria Via Crucis» nelle vicine città curde di Erbil, Duhok e Soulaymiya.

Ed alanciare un appello, denunciando una «catastrofe umanitaria, un rischio concreto di genocidio: fra loro vi sono anche malati, anziani, bambini e donne incinte. Hanno bisogno di cibo, acqua e riparo». Dal canto suo, l’Arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Joseph Thomas, ha chiesto l’intervento immediato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

In collaborazione con: nocristianofobia.org