Banche riconoscono ‘matrimonio’ gay

Vox
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Intesa Sanpaolo, dopo le marchette a spese dei contribuenti agli immigrati, ha deciso di farne una ulteriore.

Arrivano i congedi matrimoniali ai dipendenti gay.

L’accordo tra banca e sindacati – che se ne fregano dei lavoratori normali- riconosce quindici giorni retribuiti a chi si sposa.

Anche con nozze celebrate all’estero, visto che in Italia non esiste tale sconcio. Al momento, vista la svolta gay del signor Pascale.

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L’ennesima dimostrazione, di come il potere della sinarchia globale, ben rappresentato dalle banche, sia dalla parte dei ‘matrimoni’ gay. Vogliono la disgregazione sociale. Dopo i soldi a strozzo, questo è solo uno dei nuovi mezzi che vogliono utilizzare per raggiungere lo scopo.

Quando sentirete attivisti omosessuali stracciarsi le vesti perché sono ‘discriminati’, ricordatevi da che parte stanno le banche. Da che parte sta il potere.

C’è anche da notare che, meno diritti danno alla popolazione in generale – precariato, contratti a tempo – più ne danno di fasulli alle microminoranze. Sono due effetti inversi che corrono paralleli: quanti dipendenti gay che si sposano volete che abbiano le banche? Largheggiare con quattro gatti mentre si comprimono i diritti delle masse rende, anche mediaticamente nei media di distrazione di massa.

Serve a comprarsi il favore dei cosiddetti giornali di ‘sinistra’ come Il Fatto e l’Unità.

La prima grande riforma di un governo identitario dovrà essere sottrarre alle banche il diritto a ‘creare moneta ex-nihilo’. Deve essere tolto il cibo alla bestia.