Deputata insiste: “Italia non è razzista, onorati di accogliere clandestini”

Vox
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Roma – Ieri vi abbiamo parlato della deputata Marialucia Lorefice (M5S) e del suo interessamento al tipo di alimentazione da fornire ai clandestini. Secondo la parlamentare gli immigrati mantenuti nei centri di accoglienza hanno altre abitudini alimentari e culturali e per questo il cibo finisce nella spazzatura. Sono schizzinosi, insomma. Cosa abbastanza curiosa visto che si tratta di “poveri migranti in fuga dalla fame e dalle guerre”, così dicono. Gente, quindi, che dovrebbe accontentarsi di mangiare qualunque alimento senza farsi troppi problemi.

Lorefice,  il 15 luglio, ha presentato addirittura un’interrogazione al ministro dell’Interno ponendo un quesito esistenziale, una domanda che tutti gli italiani si fanno almeno una volta al giorno. La deputata chiede ad Alfano “se non ritenga opportuno verificare che vengano distribuite pietanze non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari e culturali dei migranti, ad esempio attraverso la sostituzione della pasta con il riso.” Un dilemma shakespeariano, roba da non dormirci la notte. (Testo dell’interrogazione)

La “cittadina a 5 stelle”, dopo il nostro articolo, ha ricevuto molte critiche sulla sua pagina facebook e per questo ha sentito il bisogno di chiarire le sue azioni pubblicando un nuovo post. Il problema è che è riuscita ad aggravare la situazione:

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“Scrivo un post chiarificatore riguardo la mia interrogazione sui pasti distribuiti nei centri d’accoglienza per migranti. L’interrogazione la trovate qui: http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/54238 In modo che possiate leggerla e decidere se sia valida o meno. Perché questa interrogazione? Perché viene buttato nella spazzatura del cibo. Tanto cibo. In una situazione di crisi come quella attuale questo è uno spreco inaccettabile. Ricapitoliamo la storia. Qualche settimana fa sono usciti articoli di giornale che parlavano dei pasti destinati ai centri d’accoglienza che, se non consumati, vengono gettati perché non è prevista una destinazione alternativa. Anche i carabinieri stanno indagando. Ciò ha destato delle polemiche perché sembra assurdo che in un periodo di profonda crisi come quello che viviamo, tanto cibo venga sprecato e buttato piuttosto che destinarlo a chi non riesce a mettere insieme un pasto completo. Al di là di ciò che ognuno possa pensare del fenomeno migratorio, al di là del fatto che possano esserci delle priorità delle quali vi assicuro ci stiamo occupando, basta seguire le nostre attività e le nostre battaglie in aula, commissione e sul territorio, al di là di tutto… ho creduto potesse essere d’aiuto fornire una soluzione ad un problema, come quello dei pasti: adottare le linee guida nazionali del 2010 utilizzate per il servizio di ristorazione scolastico. Tutto qua! L’Italia non è un Paese razzista, siamo stati e siamo popolo di emigranti anche noi. Avere la capacità di accogliere, di essere solidali, di dare un pasto, ci distingue e ci onora. Soprattutto in tempi di crisi. Chi si spaventa dello straniero, di un pasto dato nel rispetto di una religione diversa è un debole. Il mio Paese, l’Italia, è un Paese forte nel suo saper rispondere alle emergenze dei flussi migratori.”

Al termine del post elenca una serie di altre tematiche delle quali si è occupata, tanto per chiarire che non si interessa solo delle intolleranze alimentari che affliggono i “poveri migranti”.

Il tentativo di eliminare gli sprechi è sicuramente apprezzabile, ma non è questo il punto. Alla Lorefice sfugge un particolare: si tratta di clandestini, persone entrate in Italia violando le leggi e che dovrebbero semplicemente essere espulse. Gli italiani non sono tenuti a fornire alcun tipo di pietanza a queste persone. Il problema non è eliminare gli sprechi, il problema è eliminare il mantenimento di cui godono in modo illegittimo.

Quanto alla parte finale dell’intervento, sarebbe meglio evitare di parlare al plurale. Gli italiani non sono affatto onorati di accogliere e mantenere clandestini, semmai se ne vergognano. E si vergognano soprattutto di avere politici che si interessano di clandestini mentre milioni di italiani, ormai, vivono nella disperazione totale, discriminati dai loro stessi rappresentanti e dalle istituzioni “democratiche” che dovrebbero tutelarne gli interessi.