Racconti paradossali sull’immigrazione

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Per mettere in evidenza l’assurdità delle politiche dell’immigrazione , non c’è nulla di meglio che farne un racconto paradossale. Ma non troppo.

Proviamo ad esempio a rapportare quello che avviene all’ambito privato.

La famiglia Brambilla vive in un quartiere degradato della periferia di Milano. Ormai i furti sono all’ordine del giorno, le rapine a mano armata frequenti, i tentativi di stupro non più rari come un tempo.

Il capofamiglia decide così di imbarcare i propri cari sull’auto e accamparsi fuori da villa Moratti, per chiedere ‘asilo’. E’ suo diritto, non viviamo in un ‘mondo globale senza confini’? Chi sono i Moratti per pretendere di vivere in un territorio recintato e inaccessibile ai poveri migranti Brambilla? Non è ingiusto, che chi è casualmente nato fuori da villa Moratti non possa accedervi a suo piacimento?

Intanto, qualche chilometro più a ovest, i Rossi hanno deciso che loro figlio sarà un Agnelli.  Il signor Rossi ha così imbarcato la moglie incinta sull’auto e si è diretto a Villar Perosa, lì ha finto un’emergenza per farsi accogliere dentro il giardino, poi la donna ha dato alla luce un nuovo membro della famiglia Agnelli: per Ius Soli. Membro che avrà, va da sé, tutti i diritti degli altri neo-parenti: eredità compresa.

A Roma, una famigliola si è invece adattata a vivere per 5 anni in una capanna nelle tenute dei Caltagirone, e ora si appresta a richiederne il cognome.  E i diritti che ne conseguono.

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I ricchi sono tra i grandi sostenitori dell’immigrazione di massa, per gli evidenti guadagni che ne hanno nelle loro attività più o meno lecite.

Come in tutte le civiltà, pagano gli intellettuali perché diano a questo loro interesse una parvenza di ‘moralità’: lo fanno attraverso i giornali di loro proprietà.

Ma tutte le regole che propongono a livello pubblico, si ritorcerebbero contro di loro, se venissero applicate a livello privato.

Da che mondo è mondo, i plutocrati hanno sempre foraggiato la classe intellettuale perché desse ai propri privilegi una ‘dignità morale’. Raramente, gli intellettuali si sono espressi contro e per motivi puramente ideali.

 

Fonte: Identità.com