Immigrate con cittadinanza europea vanno in Siria per sposare jihadisti

Vox
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Londra – Un numero crescente di donne musulmane, nate  in Paesi europei e in possesso di cittadinanza, parte per la Siria al fine di sposare i jihadisti che combattono contro Assad. Lo rivela una ricerca dell’International Centre for the Study of Radicalisation presso il King’s College di Londra. Lo studio cita numerosi casi di donne partite dal Regno Unito, ma anche dalla Francia, dal Belgio, dalla Svezia e dalla Serbia.

Tra i casi citati, quello di quattro donne “britanniche”, due di Portsmouth, una di Londra e una del Surrey, che sono andate in Siria per sposare jihadisti “anglofoni”. Mentre tre delle donne sono originarie di paesi arabi, una di loro è una britannica convertita all’Islam. Altre decine, secondo lo studio, se ne contano in vari paesi europei. 

Shiraz Maher, uno degli autori dello studio, ha spiegato che nella maggior parte dei casi si tratta di ‘amori’ nati su chat e forum online. Accade anche che alcuni matrimoni vengano celebrati in videochat, per permettere alla sposa di viaggiare da sola verso la Siria, senza violare la rigida morale islamica.

Abu Rahin Aziz, nome di battaglia Abu Dugma al-Britani, islamico “britannico” impegnato in Siria
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Recentemente ha destato scalpore il caso delle gemelle di origini somale partite da Manchester e giunte in Siria via Istanbul. Si tratta di due 16enni”inglesi” che hanno deciso di unirsi ai tagliagole dell’Isis. Il fratello maggiore delle “nuove europee” era già stato arruolato dai fondamentalisti che combattono Assad. A riportare la notizia è il Daily Mail. Dalle prime indagini emerge che l’intenzione delle due ragazze, definite come ”estremamente religiose”, era quello di offrirsi in sposa ai jihadisti dell’Isis.

E’ evidente che la fantomatica integrazione esiste solo nella mente di persone poco informate. I discendenti degli immigrati conservano l’identità delle famiglie di origine e la cittadinanza non cambia questa situazione. Lo ius soli è una grande sciocchezza, gli europei non meritano di avere come concittadini questi fanatici la cui presenza è stata imposta da istituzioni poco democratiche.

Quanto all’inglese convertita, forse è il caso di revocarle la cittadinanza. O si è inglesi, o si è islamici.