Israele: quando la convivenza genera atrocità

Vox
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Gerusalemme – Clima sempre incandescente in Israele. Continui scontri tra palestinesi e polizia israeliana si verificano in diverse città del Paese. Ieri sono stati lanciati due razzi – di cui uno intercettato dall’Iron dome, il sistema antimissili – in direzione di Beersheba, città del nord del Neghev. L’aviazione israeliana ha risposto la notte scorsa colpendo dieci obiettivi nella parte centrale e meridionale della Striscia, inclusi lanciatori e depositi di armi. 

L’esplosione di violenza di questi giorni ha avuto inizio con l’uccisione di tre ragazzi israeliani, seguita dalla vendetta ebraica. Alcune persone, infatti, sospettate di essere responsabili dell’omicidio del ragazzo arabo  trovato morto mercoledì scorso, sono state arrestate e interrogate. La polizia ha parlato di “netta svolta” nelle indagini: si tratterebbe di estremisti ebrei che hanno agito per vendetta dopo l’omicidio dei tre ragazzi israeliani, secondo il sito Times of Israel.

Gli Stati Uniti, intanto, si dicono “profondamente turbati” dalle notizie del 15enne “americano”, cugino del palestinese ucciso, picchiato dalla polizia israeliana. Scena ripresa in alcuni video. Gli Usa chiedono un’inchiesta veloce e credibile. Un diplomatico americano ha fatto visita ieri a Tariq Khadair, che ancora si trova in custodia della polizia israeliana.

Tariq Khadair, cittadino americano residente in Florida, è cugino di Mohammed Abu Khdair, il 16enne arabo che è stato rapito e bruciato vivo in un bosco vicino a Gerusalemme. Tariq, che era a Gerusalemme per una visita alla famiglia, è stato arrestato e picchiato dalla polizia israeliana di fronte alla casa del cugino.

La polizia si difende dicendo che il ragazzo partecipava agli scontri scoppiati a Gerusalemme dopo l’uccisione di Mohammed. Ma i familiari di Tariq affermano che il ragazzo non era coinvolto nelle violenze.

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Un altro arresto riguarda invece l’assassinio dei tre ragazzi israeliani rapiti in Cisgiordania. Un terzo sospetto è stato infatti fermato la notte scorsa ad Hebron. Si tratta, secondo fonti palestinesi, di Hussam Dufash che, a differenza degli altri due arrestati, non si era allontanato da casa nei giorni successivi al rapimento.

I ragazzi israeliani rapiti e uccisi
I ragazzi israeliani rapiti e uccisi

La convivenza tra etnie e culture diverse genera atrocità, sarebbe meglio evitare di importare questo modello in Europa. Il blocco dell’immigrazione è indispensabile per garantire alle prossime  generazioni un futuro sereno, una vita senza  odio verso i vicini indesiderati. Possiamo ancora salvarci e per farlo bisogna impedire all’inferno multietnico di prendere il controllo della nostra società. Per il bene nostro e per quello dei nostri figli.