‘Caserme sono luride, Al Fano taglia anche sulla pulizia’

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La consigliera Maria Teresa Baldini interviene dopo aver verificato la situazione in diverse sedi delle forze dell’ordine.

Lanciò l’allarme diverso tempo fa, ma rimase inascoltata e subì non pochi attacchi di natura anche derisoria: un po’ come una Cassandra dei giorni nostri.

Oggi Maria Teresa Baldini, consigliere in Lombardia, accoglie con favore le dichiarazioni diffuse da una nota del Sindacato Autonomo di Polizia che riportano l’attenzione sul rischio malattie infettive strettamente connesso con gli sbarchi degli immigrati sul nostro territorio.

“Essere medici significa conoscere la realtà sanitaria e saper dare pareri su cose importanti come la nostra salute” sottolinea Baldini “il SAP oggi ha giustamente criticato le affermazioni della Marina tese a minimizzare il contagio da tubercolosi”.

“La TBC – prosegue – è una malattia infettiva molto subdola, non disponiamo di vaccini e spesso oggi è difficile anche per i medici diagnosticarla. Pensiamo alla morte di Fausto Coppi: tornato dall’Africa si portò dietro la malaria che era stata ormai eradicata e dimenticata, persino dai medici che lo presero in cura”. Per Baldini la strategia per evitare che il contagio si diffonda è strettamente connessa a igiene e prevenzione.

La consigliera, conscia che tra le persone a maggior rischio ci sono le forze dell’ordine (spesso a contatto con gli immigrati) ha verificato lo stato delle cose in diverse caserme e comandi: “Il Ministero dell’Interno ha ridotto sempre più i fondi destinati alle gare d’appalto per la pulizia ordinaria gestite dalle Prefetture, così le ditte pur sapendo di non riuscire ad assolvere alle regole e alle tempistiche previste accettano – riferisce – in alcune piccole caserme dell’Arma l’addetta si trova a dover spalmare l’ora e mezza settimanale prevista dal contratto su tre giorni: ogni volta dunque dovrebbe igienizzare l’intera area, bagni e celle comprese, in poco più di 26 minuti”.

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Uno dei rischi maggiori è la mancata disinfezione delle celle di sicurezza: “Luoghi dove spesso stanziano persone colpite da malattie come scabbia o polmonite o persone con ferite fresche dovute a una colluttazione– racconta Baldini – sono disinfettati a dovere, se va bene, ogni tre mesi”.

Baldini ha riscontrato inoltre che i vetri di alcune caserme lombarde non vengono puliti da un anno, che spesso militari e poliziotti hanno dovuto pensare a rimuovere da soli le ragnatele che decoravano la sede da diverso tempo e che, per i motivi sopracitati, è difficile che i servizi igienici si presentino in condizioni decorose (cosa che crea maggior imbarazzo ai difensori dell’ordine pubblico quando si trovano a doverli far usare a persone esterne).

“Coloro che ci difendono si trovano a dover lavorare in luoghi dove spesso la sporcizia è totale e che loro stessi definiscono tristemente porcili” chiude Baldini.