Boldrini: “Abbiamo bisogno dei nordafricani”

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FORSE NE HA BISOGNO DON SERGIO

La presidente – abusiva – della Camera: “I Paesi del Maghreb hanno bisogno di noi, ma anche noi abbiamo bisogno di loro. Creiamo ponti per conoscerci”.

I ponti non hanno mai dato pace, hanno sempre generato disordine e conflitto. Sono i muri a generare pace, è la separazione tra diversi che permette il reciproco rispetto: da lontano.  Strano, che la paladina del divorzio breve, voglia imporre la convivenza a popolazioni diverse e conflittuali.

‘Dobbiamo tornare a guardare a sud”.Lo ha detto ieri la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento a Montecitorio per la la presentazione della seconda edizione di ‘Mundi’, il Forum internazionale della solidarieta’ e della responsabilita’ sociale di cui fanno una serie di personaggi che fanno business con l’immigrazione.

Per Boldrini ”e’ quanto mai opportuna la decisione di focalizzare l’attenzione della seconda edizione del Forum sui Paesi del Maghreb”: ‘‘Marocchina e‘ infatti la terza comunita’ straniera in Italia e la seconda proveniente da Stati non appartenenti all’Unione europea – aggiunge la presidente della Camera.Tunisini erano le decine di migliaia di giovani che, tre anni fa, si riversarono sulla coste italiane (io ero li’, a Lampedusa) alla ricerca della hurriya, la liberta’, e di una vita migliore in Europa. Algerino e’ oltre un terzo del gas naturale che importiamo per soddisfare i consumi industriali e domestici”. E’ confusa, quei tunisini erano alla ricerca di soldi facili da fare agli angoli delle strade, altrimenti sarebbero a Tunisi per ‘sperimentare’ la democrazia araba.

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Libici – ha aggiunto – sono i gommoni ed i vecchi pescherecci che solcano il Canale di Sicilia carichi di uomini, donne e bambini in fuga dalle persecuzioni, dalle guerre e dalle violenze in Medio Oriente e nell’Africa subsahariana che per molti anni io stessa mi sono trovata ad assistere nell’isola di Lampedusa – con stipendio di diverse centinaia di migliaia di euro – come portavoce dell’UNHCR. Questi uomini, queste donne, questi bambini non sono, come qualcuno si ostina ancora a chiamarli, ”clandestini’. Sono, per la maggior parte, persone in cerca di protezione, rifugiati, che non possono far altro che lasciare il proprio Paese e che sono costretti a fare ingresso irregolarmente in Europa perche’ i canali legali sono pressoche’ inesistenti”.

”Dobbiamo dunque tornare, come dicevo, a guardare a sud. Lo dobbiamo fare perche’ l’Europa, senza un ancoraggio nel Mediterraneo, non solo rinnega la propria storia, ma si dimostra incapace di guardare al futuro. Dobbiamo farlo perche’ di Italia e di Europa hanno bisogno, in questo momento, i Paesi del Maghreb, scossi dalle turbolenze e, talvolta, dalle violenze successive allo scoppio delle cosiddette ‘Primavere arabe’, ma anche pervasi da molta voglia di farcela, dalle speranze che quelle Primavere avevano sollevato. Quelle speranze dobbiamo riuscire a trasformarle in veri processi di consolidamento della democrazia, non possiamo disperdere quelle energie. Noi abbiamo il compito di accompagnare tutto questo per consolidare qualcosa di migliore”.  Forse si è persa qualcosa, tipo gli stupri di Piazza Tahir e i vari inverni che hanno seguito le cosiddette primavere.

‘E, infine, dobbiamo tornare a guardare a sud perche’ anche noi oggi abbiamo bisogno di questi Paesi – ha concluso Boldrini -: non solo per le fonti energetiche alternative in un momento di crisi nei rapporti con la Federazione russa, ma anche perche’ c’e’ bisogno di maggior democrazia e di maggior stabilita’ in una regione geografica cosi’ vicina a noi e cosi’ scossa dalle violenze. E come farlo? Lo dobbiamo fare in diversi modi e sicuramente attraverso il dialogo, la conoscenza reciproca e l’ascolto dell’altro. Noi spesso non conosciamo i nostri vicini. Abbiamo bisogno di figure-ponte”.  Ecco, vai a fare la figura ponte dall’altra parte, in Africa. Vai a ‘dialogare’.

Vogliono dialogare con i tagliagole islamici, ma non con i russi: geniali.




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