Balotelli contro gli italiani: “Noi negri anni luce più avanti”

Vox
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Sotto accusa per le vergognose prestazioni al Mondiale, e scaricato anche dalle due fidanzate dimissionarie, Balotelli corre sui social network per offendere gli italiani: “Non faccio scaricare ogni colpa su di me, perché ho dato tutto e, a livello caratteriale, non ho sbagliato niente. Forse, come dite voi, non sono italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ‘fratello'”.

Sono Mario Balotelli ho 23 anni e non ho scelto di essere italiano. L ho voluto fortemente perché sono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA. Ci tenevo fortemente a questo mondiale e sono triste arrabbiato deluso con me stesso . Si magari potevo fare gol con la costa rica avete ragione ma poi? Poi qual’è il problema? Forse quello che vorreste dire tutti è questo? La colpa non la faccio scaricare a me solo questa volta perché Mario Balotelli ha dato tutto per la nazionale e non ha sbagliato niente.( a livello caratteriale) quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ” fratello” . MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?”.

Chi parla in terza persona, già solo per questo avrebbe bisogno di una seduta psichiatrica intensiva, ma è molto peggio la confusione e le contraddizioni presenti in tutto quello che scrive.

In una riga dice tutto e il contrario di tutto: ‘non ho scelto di essere italiano.  L’ho voluto fortemente’.  Forse è un concetto che noi ‘non africani’ non possiamo comprendere. I negri sono ‘anni luce più avanti’.

E pur inconsapevole, nel suo intervento c’è tutta l’insostenibilità dello Ius Soli: si dice ‘italiano’, ma poi, nel momento della difficoltà, si rifà ai ‘fratelli africani’.  E’ per questo che le banlieus parigine andarono in fiamme anni fa, e ci sono continui disordini in tutte le periferie europee: perché l’integrazione non esiste, è un’illusione. E se lo è per un miliardario adottato, figuriamoci per il resto degli immigrati nati in Italia.

Era evidente che avrebbe mascherato – da bravo seguace della Kyenge – la sua disfatta con la scusa del ‘rassismo’ che ‘lava tutti i peccati del mondo’.

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Un giocatore di medio livello, un ragazzone confuso, instabile e arrogante. Non certo un italiano.

Questa eliminazione con strascichi di polemiche somiglia più a quella della Francia del 2010 che a quella nostra nello stesso Mondiale: lì furono bianchi contro neri, qui c’è il rigetto del ‘corpo estraneo’.

Perché quando vinci, va tutto bene: è quando perdi, è nelle difficoltà, che l’identità e la coesione etnica conta di più.  Solo un Paese etnicamente omogeneo poteva reagire alla disfatta di Caporetto: gli imperi multinazionali si dissolvono nelle difficoltà, le nazioni si compattano.

 

 

 




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