Svezia: intera classe con ‘mutilazioni genitali’, è l’integrazione

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I servizi sanitari scolastici nella piccola città svedese di Norrköping hanno trovato 60 casi di mutilazione genitale femminile (MGF) tra le studentesse.

In una inchiesta partita da marzo, tutte le 30 ragazze di una classe di sole immigrate sono risultate mutilate,  28 di loro con la pratica della totale mutilazione genitale.

MGF è un crimine in Svezia dal 1982 e può essere punito fino a quattro anni di carcere, portato a 10 anni se giudicato un reato aggravato.

Ma le usanze sono più forti delle leggi e, soprattutto, si muovono con l’immigrazione.

MGF si è diffuso in Svezia a partire dalla metà degli anni 90 con l’afflusso di immigrati somali: “La prima azione nazionale adottata, è stata avviata dopo allarmanti testimonianze dal settore sanitario indicando l’esistenza di MGF tra molte – se non tutte – le donne che provenivano da paesi come la Somalia”.

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Nel 2013, i somali sono stati il terzo gruppo come numero di richiedenti asilo nei paesi dell’UE, secondo dati Eurostat riferiti ieri, con quasi 10.000 ai quali è stato concesso.

Inutile dire che, la maggior parte, sbarca in Sicialia. Oggi, col taxi della Marina: è come se fossero i nostri marinai ad importare in Europa la pratica delle mutilazioni femminili. E’ il nostro governo, il più grande ‘facilitatore’ della pratica.

La Svezia ha concesso lo status di rifugiato a 26.400 persone l’anno scorso, più di qualsiasi altro paese dell’UE. Il terzo gruppo più numeroso ad arrivare in Svezia proveniva dall’Eritrea, un paese in cui, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, MGF è largamente praticata, con il tasso stimato al 94 per cento.

Che bella gente importiamo in Europa.

Viva Mare Nostrum.