Lega: “Governo di scafisti”

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“Vedendo il numero di barconi che stanno arrivando la mia impressione è che il governo sia il miglior alleato degli scafisti e di chi lucra sul commercio di carne umana. I disastri umanitari sono sotto gli occhi di tutti”.

Massimiliano Fedriga, capo gruppo della Lega Nord in commisisone Lavoro alla Camera ribadisce la necessità di un immediato stop dell’operazione Mare nostrum principale responsabile “di una immigrazione incontrollata che crea problemi sociali, di salute e di sicurezza”.

La prima cosa da domandarsi è perché arrivano in Italia e non sbarcano su altri paesi del Mediterraneo con distanze uguali, se non inferiori rispetto a quelle del nostro Paese. Noi continuiamo la nostra battaglia perché Mare Nostrum sia immediatamente sospesa, non è un vantaggio né per le persone che arrivano né per i nostri cittadini”.

Per Fedriga “Alfano richiama ai suoi doveri l’Europa ma poi continua a promuovere Mare Nostrum” mentre l’Italia “non si può pensare che si possa sobbarcare i costi di una immigrazione incontrollata”. Il capogruppo del Carroccio ricorda che “quest’anno spenderemo per l’immigrazione, per costi diretti e indiretti, più di 10 miliardi di euro. I dati economici del nostro paese e sulla disoccupazione – sottolinea – non possono far pensare che abbiamo le capacità economiche per sostenere un flusso del genere. A queste persone che arrivano l’unica prospettiva che diamo, nella stragrande maggioranza, è quella di diventare manodopera della criminalità organizzata. Se il governo non si rende conto di questo vuol dire che o vive fuori dalla realtà o che ha altri tipi di interessi”.

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L’accusa, esplicita, è che “fa comodo che ci siano delle cooperative e delle associazioni che vivono su centinaia di milioni di euro, se non miliardi, che vanno sull’immigrazione clandestina. Cooperative – sottolinea – che fanno riferimento a una precisa area politica”. Fedriga punta poi il dito sul problema sanitario. “I dati rivelano che personale della Marina ha contratto il virus della scabbia, virus che ora rischia di diffondersi nel nostro territorio. Non si può pensare che i nostri cittadini vengano lasciati allo sbando rispetto alle politiche di immigrazione di questo governo”. Per la Lega il flusso migratorio va arrestato alla radice: “La priorità – sostiene – è andare fermare gli sbarchi facendo accordi con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo: i migranti non devono partire, bisogna andare ad aiutare queste persone nei loro paesi e noi siamo favorevoli anche a fare investimenti in quei paesi perché possano crescere e possano dare un futuro a queste persone”.

Nel frattempo, per fronteggiare l’emergenza sbarchi bene fanno altri paesi del Mediterraneo, come la Spagna, la Grecia Cipro e Malta, a cercare di non fare approdare i barconi carichi di immigrati sulle loro coste. “Noi siamo un paese di serie B? – si chiede Fedriga – Gli altri paesi si comportano in altro modo e non lo fanno perché noi siamo buoni e loro cattivi ma perché mettono prima l’interesse dei propri cittadini e dopo i diktat europei”. In questi paesi però le organizzazioni umanitarie denunciano violenze e continue violazioni dei diritti umani come quelle messe in atto dalla Guardia civil sugli immigrati che tentano di passare il muro di filo spinato che separa il Marocco dalle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla.

“Siamo più che favorevoli ai respingimenti – taglia corto Fedriga -. Se poi vengono applicate altri tipi di pratiche violente – precisa – bisogna verificare: perché anche sul nostro paese ne abbiamo sentite di tutti i colori. L’Unhcr, per esempio – racconta -, e anche l’allora Governo Berlusconi con il ministro Carfagna ci aveva condannato perché avevamo dato nel comune di Trieste un punteggio aggiuntivo per i residenti perché altrimenti nessuno dei nostri bambini entrava negli asili nido. Ci hanno detto che discriminavamo e che siamo razzisti. Bisogna stare molto attenti ai giudizi che danno le organizzazioni internazionali  – conclude – perché non hanno la verità in tasca”.

Carfagna, chi la conosce la evita. Una entrata all’orwelliano ministero delle Pari Opportunità come paladina della famiglia, e uscita su un carrozzone del gay pride.