Mondiali, Bergoglio vuole ‘tutti pareggi’

Vox
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Il Papa ha un profilo Twitter nel quale twitta ogni giorno imperdibili inutilità che sembrano tratte da un bignami di proverbi. Frasi che, se scritte da un emerito sconosciuto, verrebbero ignorate.

Oggi, Bergoglio ha twittato questo:

Auguro a tutti uno splendido Mondiale di Calcio, giocato con spirito di vera fraternità.

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 12 Giugno 2014

Insomma, tutti pareggi.

In realtà gli sport, e anche il calcio – soprattutto manifestazioni tra nazionali – sono la sublimazione del conflitto. Lo sono sempre stati.
Sono il tentativo di imbrigliare la violenza in una manifestazione che sia ‘non distruttiva’. Sono ‘guerre con altri mezzi’. La fraternità non c’entra nulla, quella è roba da orsoline e da giornalisti sportivi.

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Attraverso lo sport, i conflitti venivano in questo modo de-potenziati. Le fazioni si accordavano su una serie di regole, e si impegnavano a consumare tutta la diatriba sul campo. Non c’è alcuna differenza – in questo senso – tra i tornei cavallereschi e un mondiale di calcio.

La violenza è lo sport. Lo sport è ‘violenza controllata’.

E’ competizione. La fraternità, come la chiama Bergoglio, non si adatta ad una competizione. Semmai, il rispetto e l’osservazione delle regole.

Il concetto espresso dal Papa condotto al suo estremo, significherebbe un ‘pareggio cosmico’, ma come insegna Eraclito, l’universo non nasce dalla ‘pace’, nasce dalla guerra intesa come scontro di opposti: polemos è padre di tutte le cose.

La vita si genera dal continuo ‘agonismo’ tra le parti che la compongono e ne sono creazione. Il nulla è fraternità. Il che, se vogliamo, è anche il senso tragico dell’esistenza.

 

Fonte: Identità.com