Dal barcone a miss Mondo a rappresentare l’Italia: utenti si ribellano

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Tempo fa, una modella scelta per rappresentare le isole Fiji al concorso di Miss Mondo, venne estromessa, perché non rappresentava per nulla la donna tipica delle isole. Quindi, non avrebbe avuto senso inviarla come ‘ambasciatrice’ della bellezza fijana.

Una giovane ragazza di 16 anni delle Figi a dover cedere la corona di più bella del Paese. La causa? «Ha i tratti tipici della bellezza europea. Di figiano non ha nulla».

Torika Watters, studentessa di 16 anni, era stata eletta qualche settimana fa la più bella delle isole Figi, selezionata per partecipare alle finali del concorso di Miss Mondo in agosto in Cina. Nemmeno la presidente della giuria, la modella e attrice neozelandese Rachel Hunter, ex di Rod Stewart, aveva avuto nulla da ridire al momento dell’elezione. Bella è bella, certo. Tuttavia, già all’indomani dell’incoronazione gli organizzatori si sono visti costretti a cancellare centinaia di commenti dalla pagina ufficiale dell’evento su Facebook: frasi razziste, offensive e di sdegno. Già, perchè Torika Watters è «kailoma», cioè figlia di una madre delle Figi sposata però con un uomo europeo. E questo è bastato per far sì che la sua elezione a Miss venisse contestata aspramente. Tanto che gli organizzatori le hanno tolto lo scettro di reginetta.

CLAUSOLA – La loro giustificazione non riguarda però la razza, ma l’età: «Le concorrenti devono avere almeno 16 anni e 11 mesi al momento del concorso». E la giovane – a quanto pare – non rispetterebbe tale clausola, visto che compie 17 anni l’anno prossimo. Torika, però, non si è fatta intimorire, e ha risposto a tono in un’intervista al New Zealand Herald: «Sono orgogliosa della mia identità di figiana e non ho mai considerato razzista il mio popolo». Aggiunge: «Mi irritano tuttavia le bugie, l’inganno, la mancanza di trasparenza e di professionalità; ho partecipato in buona fede e non ho fatto nulla di sbagliato o disdicevole». Nel frattempo, a rappresentare il Paese al concorso di Miss Mondo è stata scelta Koini Vakaloloma. La ventiquattrenne, stavolta, pare avere tutte le carte in regola: è figiana purosangue, parla sette lingue, è stata adottata da una famiglia di indigeni delle Figi al momento della nascita.

E ci parve giusto. A tutti parve giusto. Si, qualcuno parlò stupidamente di ‘rassismo’, confondendo la logica con il disprezzo.

Dire che qualcuno non ti rappresenta, non significa disprezzarlo. Significa avere il senso della realtà.

Oggi, un caso identico si presenta in Italia:

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È il caso di Chrisolythe Songo, una delle finaliste di Miss Mondo Italia che sceglierà la concorrente al concorso di bellezza internazionale.

Sulla pagina Facebook di presentazione della ragazza stanno arrivando diversi commenti. “Scusate,ma nessuno si e accorto che e nera? Quindi io potrei partecipare al concorso per mister Africa?….che vergogna”, scrive un ragazzo.

Poi è scattata la censura.

Ora, già il fatto che un’africana si senta in dovere di presentarsi al concorso che deve decidere la rappresentate italiana a Miss Mondo – d’accordo, è una carnevalata – la dice lunga sul grado di arroganza di questi individui.

E il fatto che qualcuno gridi al ‘rassismo’, solo perché gli italiani vorrebbero essere rappresentati da italiani – veri, non di importazione – mostra quanto l’oppressione mediatica sia asfissiante.

Non è una questione estetica – lo è, ma non è la ratio principale – ma di logica. Lo stesso sarebbe vero se volessero far rappresentare le Fiji da un’italiana. Perché non è questione di ‘disprezzo’, ma di ordine naturale e di amore per le differenze.

Che rappresenti, degnamente, il paese africano dal quale proviene. Invece no, vengono in Italia, a fare i lavori che gli italiani – e le italiane – non vogliono fare.

Hanno l’ossessione di eliminare le differenze e creare un mondo globalizzato dove tutto è uguale ovunque. A questo progetto, è essenziale la omogeneizzazione delle popolazioni, e la nascita di un essere privo di identità: il mulatto globale.

Un progetto genocida che mira alla scomparsa dei vari gruppi razziali attraverso un mescolamento forzato. Mare Nostrum punta anche a questo.