Scandalo tangenti in Veneto: arrestato anche il sindaco che ideò ‘genitore1’ e ‘genitore2’

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VENEZIA – Ecco i nomi delle 35 persone arrestate nell’inchiesta sugli appalti del Mose.

Ci sono un po’ tutti. I provvedimenti della Procura hanno portato in carcere Giovanni Artico, (collaboratore di Renato Chisso), Stefano Boscolo ‘Bacheto’, (titolare di una cooperativa di Chioggia specializzata in lavori subacquei), Gianfranco Contadin detto ‘Flavio’, Maria Teresa Brotto (ex amministratrice della società ingegneristica Thetis, ora nel consorzio Venezia Nuova), Enzo Casarin (capo della segreteria di Chisso), Gino Chiarini, Renato Chisso (assessore regionale alla mobilità e trasporti), Patrizio Cuccioletta (ex Magistrato alle Acque), Luigi Dal Borgo, Giuseppe Fasiol (funzionario regionale in Veneto Strade), Giancarlo Galan (richiesta parlamentare) Francesco Giordano, Vincenzo Manganaro, Manuele Marazzi, Giampietro Marchese (consigliere regionale del Pd), Alessandro Mazzi (presidente della Mazzi Scarl, con incarichi anche nel consorzio Venezia Nuova), Roberto Meneguzzo, Franco Morbiolo, Luciano Neri, Maria Giovanna Piva (ex Magistrato alle acque), Emilio Spaziante (generale in pensione della Gdf), Federico Sutto (dipendente del ‘Venezia Nuova’), Stefano Tomarelli (componente consiglio direttivo ‘Venezia Nuova’), Paolo Venuti.

Ai domiciliari Lino Brentan, Alessandro Cicero, Corrado Crialese, Nicola Falconi (direttore generale della Sitmar sub sc), Vittorio Giuseppone, Dario Lugato, Giorgio Orsoni (sindaco di Venezia), Andrea Rismondo (rappresentante legale della Selc sc), Lia Sartori (richiesta all’Europarlamento) Danilo Turato.

Un centinaio le persone che risultano indagate per  corruzione, concussione e il riciclaggio.

Un’ enorme storia di mazzette che vede coinvolti politici, commercialisti, imprenditori e intermediari finanziari. E  anche un ex generale a tre stelle delle Fiamme Gialle. 

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La Guardia di finanza di Venezia, nel corso dell’indagine sul Mose, avrebbe scoperto in sole tre aziende coinvolte, 15 milioni in fatture false.

Soldi in più che finivano poi in fondi neri.

Galan è coinvolto per il periodo in cui è stato presidente della Regione Veneto.

Galan e Orsoni, due paladini dell’omosessualismo. Uno, vuole i matrimoni gay, l’altro guida l’amministrazione che ha ideato ‘genitore1’ e ‘genitore2’. Non è un caso.

Uno forzista eretico, l’altro renziano di ferro.

E ‘detenuto3’.