‘Vietato usare la parola clandestino’

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DIKTAT AI GIORNALISTI: DA ORA SI USI ‘MIGRANTE’

Ieri pomeriggio, a Messina, nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca, si è tenuto una sorta di lavaggio del cervello collettivo destinato a giornalisti.

Questo genere di ‘incontro’ si tiene in molti comuni italiani, e passa sotto l’identificazione di ‘seminario di aggiornamento professionale dei giornalisti‘.

In realtà, già il titolo del cosiddetto seminario è piuttosto eloquente: “Migranti e non più clandestini: l’informazione dopo la Carta di Roma”.

In queste sedute collettive che somigliano agli alcolisti anonimi dei telefilm americani, si cerca di imporre ai giornalisti il linguaggio politicamente corretto prescritto dalla ‘carta di roma’, una sorta di indice di ciò che è permesso scrivere e ciò che non lo è.

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Se vi domandavate come mai i vari media abbiano istantaneamente eliminato il termine clandestino con quello più suadente di ‘migrante’, ecco il perché.

E questo la dice lunga sulla libertà dei media di distrazione di massa che si autocensurano. Il totalitarismo moderno  è infatti riuscito, con l’imposizione del pensiero unico ad una massa di scribacchini, in quello che non è mai riuscito ai totalitarismi del ventesimo secolo: l’autocensura volontaria.

Un’altra prescrizione della ‘carta di roma’ è quella di non inserire le nazionalità dei criminali nelle notizie di cronaca.

 

 




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