La cosiddetta discriminazione è più complicata di quanto si potrebbe supporre, e una recente ricerca di due psicologi lo conferma. Tradizionalmente la psicologia ha definito la discriminazione come ostilità nei confronti dei diverrsi (o outgroups), ma questi psicologi credono che invece derivino dalla nostra tendenza a favorire le persone che sono come noi (o ingroups).
Non era un certo Platone, a dire che il simile cerca il simile?
Tony Greenwald dell’Università di Washington e Thomas Pettigrew dell’Università della California, Santa Cruz hanno esaminato studi di cosiddetts discriminazione nell’ultimo decennio e hanno scoperto che il pregiudizio altro non è che una preferenza per persone simili, piuttosto che in un intento di causare danno ad altri . Essi affermano che la maggioranza dei casi di discriminazione negli Stati Uniti non derivano da azioni ostili. Si tratta Invece, di discriminazione intenzionale attraverso favoritismo.
Così, quando un datore di lavoro sta valutando due candidati, preferirà uno che è cresciuto con un background simile, è andato a una scuola simile ed è della stessa razza, rispetto a un’altra persona che ha avuto esperienze completamente diverse. E’ quindi logico e più probabile finisca per assumere il candidato con il quale si identifica. {Snip}