Libia, è colpo di Stato: finalmente arriva un generale

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POTREBBE ESSERE UN FATTO POSITIVO, LE ZONE TRIBALI NON SONO ADATTE ALLA DEMOCRAZIA

Le milizie ribelli che hanno attaccato il Parlamento di Tripoli hanno preso in ostaggio alcuni deputati. Lo riferisce la stampa libica.
A rivendicare l’attacco il generale Haftar, che ha sospeso il Parlamento e chiesto un’assemblea costituente per definire il testo della nuova Costituzione libica.L’autoproclamato “Esercito libico” ha respinto la nomina a premier di Ahmed Maiteeq.

Il generale Haftar, fuggito negli Usa negli anni ’70, è tornato in Libia poco dopo l’avvio della rivolta nel 2011 contro Gheddafi.

Il ministro degli Esteri, Mogherini, interviene – si fa per dire – invocando “una transizione verso la democrazia” che “si compia con successo, con il coinvolgimento di tutte le parti”.

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“La comunità internazionale, dalla Ue all’Onu, deve mobilitare tutti gli strumenti della diplomazia”, per evitatare che la Libia “imbocchi la strada della conflittualità” e “prima che la
situazione sfugga al controllo”. “E’ indispensabile trovare un accordo”, ha aggiunto il ministro Mogherini.

Lasciamo questa stupidaggine dell’esportazione di democrazia in zone tribali agli americani. Un bel generale è quello che serve, in Libia. Che mantenga l’ordine e controlli le coste. Tre anni di ‘transizione democratica’ ci sono costati 200mila clandestini. Sono anche troppi.

Certo che, a questo punto, era meglio tenersi Gheddafi.

Le cosiddette ‘primavere arabe’ sono state solo un fattore di destabilizzazione. Dopo anni di caos, in Egitto, è tornato un militare, ora è la volta della Libia.