Il PD si preoccupa dei lavoratori, indiani

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PRIMA LI FANNO ENTRARE, ESPELLENDO DA INTERI SETTORI I LAVORATORI ITALIANI,  POI SI LAMENTANO PERCHE’ VENGONO SFRUTTATI

«Abbiamo presentato oggi un’interrogazione parlamentare al Ministro del lavoro e delle Politiche sociali e al Ministro delle politiche Agricole sulla penosa condizione di lavoro dei migranti indiani sikh nell’Agro Pontino. Questi lavoratori fanno uso quotidianamente di sostanze stupefacenti e antidolorifici per alleviare la sensazione di fatica e stanchezza derivante da ritmi di lavoro massacranti, che li vedono impegnati per dodici e più ore sui campi, piegati durante le operazioni di semina e raccolta manuale di ortaggi». Lo dichiarano il famigerato Khalid Chaouki, deputato marocchino del PD in trasferta e  coordinatore dell’intergruppo Immigrazione e Marco Miccoli, deputato PD e membro della Commissione Lavoro.

Sono fantastici. Prima li fanno entrare, fanno sanatorie e operazioni coles nostrum a tutto spiano, e poi si lamentano perché lavorano in condizioni simil-schiavili. E’ il mercato, bellezze.

Se fai entrare gente disposta a lavorare in quelle condizioni, questo è quello che otterrai. Con anche un’altra cosa che a questi due personaggi non interessa: l’espulsione dei lavoratori italiani da quel tipo di lavoro. Come accaduto nell’edilizia.

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«È essenziale – continuano Chaouki e Miccoli – che le autorità competenti intervengano immediatamente per individuare la rete di spaccio e porre fine a queste inaccettabili forme di sfruttamento. Il lavoro è un mezzo per condurre una vita dignitosa e garantirsi un futuro, non può certo divenire orrenda schiavitù, come quella a cui stiamo assistendo nell’agro pontino». «Per il futuro – chiariscono i due deputati – si impone una seria riflessione sugli obiettivi e sulle strategie da adottare per rendere efficace la lotta allo sfruttamento etnico, per evitare che provvedimenti tampone dalla scarsa incisività siano il solo risultato di una lunga lotta. Bisogna imporre una revisione delle attuali norme su immigrazione e contrasto al caporalato nel rispetto dello spirito che ha animato l’adozione di queste leggi».

«Chiediamo ai Ministri di far luce su questa triste vicenda il rispetto dei diritti dei lavoratori in materia di orari, salario e condizioni di lavoro va tutelato e salvaguardato sempre, queste persone contribuiscono in maniera determinante all’industria agroalimentare, fiore all’occhiello dell’economia pontina, la politica non può dimenticarsi di loro», concludono Gianni e Pinotto, al secolo Chaouki e Miccoli.

C’è un modo semplice per evitare lo sfruttamento: chiudere le frontiere. Elimina il problema alla fonte, togliendo agli sfruttatori la ‘materia prima’, costringendoli ad assumere italiani pagandoli il giusto per orari giusti.

Marx lo sapeva. Ma questi, ormai, figurati se leggono Marx. Il marocchino legge il Corano, l’altro leggerà solo l’estratto conto dello stipendio che gli paghiamo.