Proprietario Clippers snobba NBA: ‘Non venderò mai’

Vox
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Il proprietario dei LA Clippers, il presunto razzista Donald Sterling, è piuttosto tranquillo sul fatto che la NBA non ha alcun diritto legale per costringerlo a vendere la sua squadra di basket o a multarlo di 2.5 milioni di dollari – e lui è disposto a portare la battaglia legale fino alla Corte Suprema.

Private thoughts: Donald Sterling may have gone public with his interview with Anderson Cooper on Monday night (above) - but his indiscretions to his friend in a taped conversation spell out his unvarnished feelings

L’atteggiamento risoluto e di sfida di Sterling è rivelato per la prima volta nelle registrazioni ottenute da MailOnline in cui mette a nudo i suoi veri sentimenti nei confronti dell’organo di governo del basket. Non solo non venderà, ma non ha alcuna intenzione di pagare neanche la multa.

Gli esperti ritengono che i Clippers – franchising che Sterling ha acquistato nel 1981 per 12,5 milioni di dollari – potrebbe ora valere 1 miliardo di dollari.
Ma l’ex avvocato crede che possa avvicinarsi a 3 miliardi di dollari, circa 2 miliardi di euro, se mai intendesse venderla. Un ottimo investimento, non c’è che dire.

Secondo Sterling: ‘Non si può costringere qualcuno a vendere una proprietà in America. E io sono un avvocato, non è la mia opinione’.
‘Se si parla di una ragazza e si dice qualcosa di sbagliato … Quindi dovrebbero portare via per tutta la vita la tua squadra, perché hai detto la cosa sbagliata a una ragazza?
Ha poi aggiunto: ‘Non ho intenzione di permettere a nessuno di prendersi la mia squadra’.

Aggiunge che, se vogliono cacciarlo attraverso i tribunali – ci vorranno 20 anni di contenzioso.

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Si dice vittima di un complotto orchestrato da individui – tra cui un noto speculatore finanziario – utilizzando la sua amante ventenne di razza ‘fantasia’ per farlo cadere in una trappola e obbligarlo poi a vendere i Clippers sottocosto. E’ anche la tesi che circola in ambienti giornalistici di Los Angeles. Non sarebbe la prima volta che gli squali utilizzano i ‘peccati’ di qualcuno per ricattarlo, ultimamente, il massimo peccato è quello contro il ‘politicamente corretto’, ovvero dire quello che tutti pensano e farsi sentire.

‘Il mio avvocato mi dice che non c’è una possibilità al mondo che qualcuno possa obbligarti a vendere la tua squadra e se mai potessero ci vorrebbero 20 anni di contenzioso’
Ha continuato: ‘Beh vediamo. Se la Corte Suprema degli Stati Uniti … ritiene giusto…’

Quando è stato chiesto se lui pensa che dovrebbe pagare la multa, Sterling ha risposto: ‘Io non ho fatto niente.’
‘Non ho intenzione di pagare 2 milioni di dollari, non ho intenzione di pagarli. Non ho fatto nulla di sbagliato. Vedremo se questo è corretto, se è ragionevole, si sa, cosa se mi avessero multato 50 milioni di dollari? Vorrei che fosse ragionevole, io non la penso così.

Poi su Obama:’Credo che sia stato di cattivo giudizio da parte sua (di Obama) fare un commento impertinente dalla Malesia. Non lo è stato? Come fa a sapere quali sono i fatti? ‘

La cosa più stravagante di questa vicenda, è lo stesso Sterling, che non è proprio il prototipo di razzista. Visto che ad 80 anni si fa l’amante di razza incerta ed è il primo contributore a Los Angeles delle associazioni di neri. Era stato premiato pochi giorni prima lo ‘scandalo’ come ‘nero ad honorem’ – quale sia l’onore non è noto – insomma uno strano ‘razzista’.

Il vecchio mandrillo è solo caduto in un trappolone teso da chi voleva i suoi Clippers sottocosto. La prossima volta impara, ad essere razzista sul serio, e a cambiare frequentazioni.