‘Amnesia infantile’: perché non ricordiamo i nostri primi anni

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E’ noto che fatichiamo a ricordare la nostra infanzia – soprattutto prima dei tre anni.

I ricercatori credono di avere scoperto  perché. Sostengono che quando si diventa adulti, la crescita di nuove cellule cerebrali sovrascrive le cellule esistenti, cancellando i primi ricordi.

L’Amnesia infantile si riferisce all’assenza di ricordi per eventi che si sono verificati nei nostri primi anni, la maggior parte delle persone in genere non ricorda molto di quello che è successo quando avevano solo 2 o 3 anni di età’, ha detto Katherine Akers, che ha condotto lo studio del aboratorio di Neurobiologia presso l’Hospital for Sick Children di Toronto.

Ma questo non accade perché i bambini in questa fase non possono registrare  ricordi. Possono farlo.

Poiché l’ippocampo è importante per la memoria, ci sono stati diversi studi che hanno esaminato come i nuovi neuroni contribuiscano a formare nuovi ricordi.

Il tipico risultato è che la riduzione dei livelli di neurogenesi ostacola la sovrascrittura di nuove memorie. Ovviamente, è vero anche l’inverso.

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E questi  nuovi neuroni che si integrano nell’ippocampo,  hanno un impatto sulle memorie esistenti, perché rimodellano i circuiti ippocampali.

Il rimodellamento può provocare una diminuzione delle informazioni (memorie) registrate in tali circuiti. In sostanza, sovrascrivono le memorie precedenti, portando ad una degradazione dei ricordi.

Nello studio, è stata verificata questa idea elevando artificialmente i livelli di neurogenesi  in topi adulti dopo l’apprendimento da un’esperienza. In sostanza, si è ‘ricreata’ in laboratorio la condizione da ‘neonato’ con alto livello di neurogenesi.

Ipotizzando che questi alti livelli di neurogenesi ippocampale sono essenzialmente incompatibili con una memoria stabile, i topi neonati (e neonati umani) sono in grado di mantenere i ricordi,  ma gli alti livelli di neurogenesi conducono ad una ‘sovrascrittura’ di queste informazioni e alla perdita di ricordi. Fino all’età, in cui la neurogenesi scende sotto un certo livello.

Gli esiti della ricerca hanno confermato questa idea, dimostrando che la riduzione della neurogenesi nei topi infantili ha portato alla relativa conservazione di memorie che altrimenti sarebbero state dimenticate.

Questo ha un senso evolutivo, evidentemente, la conservazione della memoria è decisiva solo dopo il superamento di una certa età. Prima, è più importante una certa ‘plasticità’.