Puglia: regolamento di conti tra caporali per il business degli immigrati

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Mercoledì 30 aprile c’è stato un regolamento di conti tra ‘caporali’. Due africani dell’associazione che si fa chiamare ‘Ghetto Out’ sono stati bloccati e hanno avuto uno scontro a colpi di bastone nella zona occupata da africani, in grande parte clandestini, di Rignano,  con un gruppo di caporali di incerta nazionalità.

E’ un evidente scontro di interessi per controllare il business. Tutto alle spalle degli italiani, anche di quelli che potrebbero lavorare nel settore, se solo non ci fossero ‘schiavi’ disposti a farlo per 3 arance e 4 mele.

I due africani si stavano recando a quello che loro chiamano ‘albergo diffuso Casa Sankara’ di San Severo, in realtà un ricovero per clandestini finanziato con i soldi dei contribuenti che ospitava la tappa foggiana della sedicente ‘Carovana Antimafia’ promossa da Libera. Un’altra associazione specializzata nel business dell’antimafia.

Basta fare un ragionamento. Senza la Mafia, non esisterebbe nemmeno il suo opposto. E’ evidente che al suo ‘opposto’, la Mafia serve come ragione del proprio business. E alla Mafia servono i clandestini. Un coacervo di interessi che, lungi dall’essere contrastanti, si legano e si nutrono a vicenda.

Sul caso indagano i carabinieri di San Severo.

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Filomena Trizio, segretario generale della Camera del Lavoro di Foggia, quindi molto interessata ad avere braccia low-cost:

«La Regione Puglia ha accolto le nostre sollecitazioni e sta lavorando alla predisposizione per questa stagione di raccolta di cinque tendopoli gestite dalla Protezione civile e dalle associazioni di volontariato. Allo stesso modo va impressa un’accelerazione a un progetto di accoglienza strutturale qual è quello dell’ecovillaggio promosso da Art Village, Libera e associazioni di migranti, da sempre sostenuto dalla Cgil».

Siamo noi, a dovere pagare l’alloggio?  Se fosse un vero lavoro, dovrebbe garantire uno stipendio che possa permettere di vivere in una casa a proprie spese, se non è così, significa che non è un lavoro che può sopravvivere. D’altronde, se pagasse stipendi ‘normali’, lo farebbero i pugliesi.

Vallo a spiegare all’ex sindacato italiano detto Cgil.