Meno sono, più mutano: il segreto dei ‘superbatteri’

Vox
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Il numero è il segreto dell’aumento delle resistenze agli antibiotici dei batteri.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista ‘Nature Communications’ ha scoperto che i microbi “soli” sono piu’ propensi alle mutazioni e di conseguenza sono quelli che sviluppano i piu’ alti tassi di resistenza agli antibiotici. La ricerca, condotta da Chris Knight e Rok Krasovec (University of Manchester), ha valutato i tassi di mutazione nell’Escherichia coli.

Dalle osservazioni e’ emerso che le percentuali di mutazione variano in base al numero di batteri presenti. Piu’ sono i batteri, minore e’ il numero di mutazioni. I batteri “soli” sono gli stessi che hanno sviluppato la resistenza piu’ aggressiva all’antibiotico rifampicina, usato per trattare la tubercolosi.

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“Abbiamo scoperto che i tassi a cui l’Escherichia coli muta dipendono da quanti ‘amici’ ha intorno il batterio”, ha spiegato Knight. “Sembra che gli organismi piu’ solitari – ha aggiunto – siano piu’ propensi a mutare”. I cambiamenti dei tassi di mutazione sono controllati da una forma di comunicazione sociale nota come “quorum sensing”, il modo in cui i batteri comunicano tra loro il numero di “presenze” per aumentare la comprensione dell’ambiente circostante e migliorare i meccanismi di difesa e di distribuzione dei nutrienti. Il tasso di mutazione e’ risultato essere dipendente dal gene luxS, noto per essere coinvolto nel quorum sensing in una vasta gamma di batteri.

E’ evidente che più una popolazione è ampia – questo è vero per uomini e animali – più agisce il fattore di ‘regressione alla media’, che impedisce il proliferare di ‘mutazioni’.  Solitamente negative.

E’ in sostanza lo stesso principio che sta dietro le malattie molto specifiche dei cani di ‘razza’. Non dipendono dalla loro ‘purezza razziale’,  come scioccamente alcuni credono, ma dal basso numero di individui della stessa razza che vengono utilizzati per la riproduzione.