Come sempre: ‘maschicidio’ è termine demenziale, come lo è ‘femminicidio’.
Somma Lombardo – L’autopsia smonta l’alibi di Melina Aiti nel caso dell’omicidio di Antonio Faraci. Per i carabinieri è stata la pensionata di 64 anni ad uccidere il marito invalido di 72 anni.
Un raptus – Il pubblico ministero Rosaria Stagnaro ha contestate alla donna le aggravanti del legame familiare con la vittima, Aita e Faraci erano marito e moglie da quasi 50 anni, e quella della crudeltà.
L’alibi è stato smontato dall’esito dell’autopsia sul cadavere di Faraci, che avrebbe retrodatato di quasi quattro ore il decesso della vittima.
A quel punto la storia raccontata dalla moglie, che ha dichiarato di essere rincasata alle 19.30 dopo aver fatto visita alla figlia Antonella residente a Fagnano Olona e di aver trovato il marito riverso a terra in una pozza di sangue, non stava più in piedi.
Gli inquirenti hanno ricostruito il reale percorso di Aita nel pomeriggio di sabato 13 aprile attraverso i filmati delle telecamere di video sorveglianza che coprono il tragitto tra Somma e Fagnano, compiuto dalla donna, che si è effettivamente recata dalla figlia, ma non all’ora dichiarata.
Mentre il marito veniva massacrato la donna era in casa, nella villetta di via Briante.