Truppe Usa in Polonia, ministro polacco si ‘lascia scappare’: “Ci chiedevamo a cosa sarebbe servita Nato dopo fine Afghanistan…”

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Una frase che una verità dal sen fuggita: ci vuole una scusa per perpetuare la Nato e gli interessi economici e industriali che rappresenta.

Polonia e gli Stati Uniti annunceranno la prossima settimana il dispiegamento di forze di terra statunitensi in Polonia come parte dell’espansione della presenza della NATO in Europa centrale e orientale, nell’ennesima provocazione alla Russia.

Lo ha dichiarato il ministro della Difesa polacco, Tomasz Siemoniak, dopo l’incontro con il segretario alla Difesa Chuck Hagel al Pentagono.

Siemoniak ha detto che la decisione è stata presa a livello politico e che i pianificatori militari stanno lavorando ai dettagli. Ci sarà anche l’intensificazione della cooperazione in difesa aerea, forze speciali, cyberdefense e altre aree. La Polonia avrà un ruolo leader a livello regionale, “sotto il patrocinio degli Stati Uniti,” ha detto. Ora lo chiamano ‘patrocinio’.

Secondo il ministro della difesa polacco, gli Stati Uniti hanno bisogno di nuove truppe in Europa, e i paesi europei che hanno tagliato la spesa della difesa hanno bisogno di invertire la tendenza: “L’idea fino a poco tempo era che non c’erano più minacce in Europa e non c’era necessità di una presenza americana in Europa”, ha detto Siemoniak, parlando attraverso un interprete. “Gli eventi dimostrano che non è vero.”

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Ci stanno risucchiando in una seconda ‘guerra fredda’ priva di senso e fuori tempo. Tutto perché, con il crollo dell’Urss, e la fine della prima, il complesso militare-industriale ha bisogno di nuovi investimenti. E per questi non bastano i fanatici islamici, che andrebbero semplicemente sbattuti fuori da casa nostra, ci vuole una minaccia ‘tecnologica rilevante’. E allora ecco lo spauracchio russo.

Il più forte impulso, ha detto, non è annessione illegale anche della Russia di Crimea, ma calvo del presidente Vladimir Putin si trova sulle azioni russe lì e la sua esposizione di una nuova dottrina che permette alla Russia di intervenire in qualsiasi paese in cui le popolazioni di lingua russa sono, a giudizio di Russia , sotto la minaccia. Ciò pone un potenziale pericolo per i paesi baltici, che sono membri della NATO, e ancora di più per la Moldavia, la Bielorussia e le nazioni dell’Asia centrale che non sono, ha detto.

Il ministro polacco si lancia scappare una interessante e rivelatoria riflessione: “fino a poco tempo fa, come NATO, ci stavamo chiedendo cosa avremmo fatto, se del caso, una volta che le nostre truppe fossero tornate a casa dall’Afghanistan”. Ecco che le guerre non sono in funzione di una soluzione, ma della perpetuazione di un’entità politico-militare, e di un blocco di interessi burocratici che ci lavorano.

Conclude infatti: “Ora abbiamo una risposta a questa domanda,” ha detto.