Perché la Questura di Arezzo ha impedito a Forza Nuova di presentarsi alle elezioni?

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Mattia Vicarelli, responsabile di Forza Nuova Perugia e Massimiliano Argenio, responsabile provinciale, sono due delle voci più significative nella vicenda che ha portato al ritiro dalle prossime elezioni europee di Forza Nuova.

I due parlano di ‘sabotaggio che ha colpito il movimento per quello che riguarda il Centro Italia’.

“E’ stato davvero assurdo” – raccontano -“dovevamo andare a consegnare il materiale elettorale a Roma, ma non avendo possibilità di recarci fin lì , ci eravamo messi d’accordo con altri militanti toscani, con cui ci saremmo incontrati ad Arezzo e a cui avremmo consegnato i moduli umbri. Sarebbe stato poi loro compito prendere anche quelli della Toscana e portarli direttamente nella Capitale. Una volta arrivati ad Arezzo, abbiamo ricevuto una loro telefonata: avevano avuto dei problemi e sarebbero arrivati con un po’ di ritardo. Per guadagnare tempo, hanno chiesto a noi di andare all’ufficio elettorale aretino e ritirare il materiale. Non potendo assolutamente prevedere cosa sarebbe successo di lì a poco, siamo andati tranquillamente all’Ufficio elettorale”.

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Qui, vengono fermati e trattenuti: “Gli addetti inizialmente si sono mostrati disponibili e ci hanno detto che in una trentina di minuti i certificati di cui avevamo bisogno sarebbero stati pronti. Peccato che circa tre quarti d’ora dopo non solo non ci avevano ancora dato nulla, anzi : mentre noi aspettavamo, erano stati chiamati due agenti in borghese. Senza troppe spiegazioni ci hanno portato in questura, e ci hanno sottoposto ad una serie di interrogatori assurdi, riguardanti ipotetiche indagini in merito a raccolte di firme false. Questi interrogatori si sono svolti sotto forma di “testimonianza”, senza alcun avvocato presente, e senza che alla fine ci fosse consegnato alcun documento riportante le nostre dichiarazioni. Ciò che conferma inoltre l’assurdità della situazione è come, dopo gli interrogatori, siamo stati congedati dalla questura e rimandati all’ufficio elettorale, in cui alla fine i certificati ci sono stati dati senza problemi. Se davvero fossimo stati sospettati di aver operato con firme false, non avrebbero dovuto consegnarceli. La verità è che faceva tutto parte di una strategia ben definita. Siamo stati trattenuti in questura abbastanza tempo affinché si facesse tardi, e quando siamo riusciti ad incontrare i nostri camerati toscani, era ben chiaro che non sarebbero mai riusciti ad arrivare a Roma in tempo per la consegna.”

Racconto inquietante, al di là delle idee politiche, ognuno dovrebbe essere libero di esprimerle. O no?




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