Gay Pride in Tribunale: magistrato si fa una legge tutta sua e dà il via a ‘matrimonio’ gay

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L’Italia è una repubblica democratica dei giudici. Oggi, dopo la sentenza della Consulta che liberalizza il commercio di carne umana – con la possibilità di comprare ovuli come fossimo al mercato del pesce – un altro magistrato del fantomatico Tribunale di Grosseto ha accolto la richiesta di due gay di trascrivere nei registri dello Stato Civile il loro matrimonio. Roba da pazzi. Ma i pazzi sono al potere.

Così, sebbene in Italia la Costituzione riconosca solo il matrimonio tra uomo e donna, un magistrato ha ordinato che due uomini – si fa per dire – che avevano celebrato le loro ‘nozze’ a New York il 6 dicembre 2012 venga riconosciuto in Italia.

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Secondo il fantasioso giudice, nel codice civile “non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie” al matrimonio.

Un cancro corrode il corpo sano della società italiana, la magistratura. In ogni suo ordine e grado.