Donetsk (Ucraina Orientale) – In una nuova accelerazione della crisi, manifestanti che cantavano “Donetsk è una città russa!” hanno sfondato, pochi minuti fa, il cordone di polizia e hanno preso d’assalto l’edificio del governo, sul quale hanno issato la bandiera russa.
In una nuova ondata di proteste pro-russe che stanno sconvolgendo il cuore industriale dell’Ucraina orientale.
Scontri e manifestazioni simili si stanno registrando in altre città russofone come Lugansk e Kharkiv, in un altro segno della debolezza dei leader filo-occidentali a Kiev.
Diverse regioni orientali abitate da russi ora vogliono lo stesso referendum della Crimea – non per l’indipendenza, ma per unirsi alla Russia – nel giorno in cui l’Ucraina terrà elezioni presidenziali, il 25 maggio prossimo.
I manifestanti a Donetsk hanno poi gettato petardi sui circa 200 poliziotti che circondavano l’edificio, quando un reporter di AFP ha detto gli agenti di sicurezza – vestiti in tenuta antisommossa e armati di scudi metallici – hanno puntato un canone d’acqua verso il palazzo di 11 piani.
I manifestanti hanno strappato via diversi scudi agli agenti di polizia e gridato ‘Nato a casa’.
La polizia nella città orientale di Lugansk è stata costretta a sparare gas lacrimogeni contro centinaia di manifestanti che hanno cercato di prendere d’assalto l’edificio del servizio di sicurezza locale per chiedere il rilascio di 15 dissidenti filo-russi arrestati all’inizio della settimana.
Un reporter di AFP ha visto diversi uomini sfondare la porta dell’edificio del servizio di sicurezza, mentre altri bersagliavano le finestre con pietre e uova.
Altri scontri hanno visto protagonisti nazionalisti russi contro nazionalisti ucraini.
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