Gay è un’offesa, lo dicono i magistrati

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Il tribunale di Roma ha condannato Vittorio Sgarbi a pagare 600 euro di multa per diffamazione nei confronti del sindacalista Gianfranco Cerasoli che lui definì ‘gay’.

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Perché? Perché l’11 agosto del 2010 all’allora segretario della Uil Beni culturali: “Hai un’attenzione morbosa nei miei confronti” affermava Sgarbi, ipotizzando che Cerasoli si fosse preso una cotta per lui. “Lei – scrisse il critico d’arte in un messaggino – manifesta un eccesso di amore nei miei confronti che io presumo legato anche a una sorta d’inclinazione sessuale, che naturalmente non è un’offesa. Ognuno può essere gay o no. Ma se Cerasoli ha una propensione per me io posso respingerla”.