Ha bandiere della Seconda Guerra mondiale, casa perquisita e sequestro

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Matteo Montanari ci scrive, per portarci a conoscenza del suo caso, riportato il 15/11/2013 da 3 quotidiani locali in maniera non corretta e superficiale.

Il 14 novembre scorso, 5 agenti della Psicopolizia Digos si presentano a casa dell’uomo, alle 6 di mattina. Con loro hanno un’ordinanza di sequestro di materiale informatico firmata da un P.M. romano, il solito Luca Tescaroli, per, letterale, ‘diffusione di idee’.

Non siamo nella Germania nazista, né nell’Urss di Beria. Siamo in Italia. Un Paese sempre più vittima di un totalitarismo nemmeno tanto nascosto.

fondate sull’odio razziale ed etnico con l’aggravante dell’associazione a delinquere con più di 5 persone ( strano “teorema” poiché non conosco nessuno degli altri 34 perquisiti, indagati e denunciati e l’unico modo per effettuare tale perquisizione “legalmente” era ipotizzare un’associazione a delinquere)

La motivazione per la perquisizione, incredibile che un magistrato permetta la perquisizione dell’abitazione di cittadini incensurati per tali motivi, è l’avere diffuso un video sul web.
Il titolo è “il nemico occulto” su youtube. Non sappiamo di cosa tratti il video, e non ci interessa ai fini di questo articolo. Potrebbe essere il video più schifoso della storia, potrebbe trattare anche di una prossima invasione aliena: quello che conta, è che le idee non si perseguono. Qualsiasi idea.

Nella perquisizione, a caccia di non si sa bene cosa, e avvenuta con la massima educazione da parte dei poliziotti – probabilmente anche loro imbarazzati per le cose che sono costretti a fare – sono stati trovati oggetti da collezione della Prima e della Seconda Guerra Mondiale di vari eserciti a scopo di collezione. Tutto fotografato dagli agenti – per quale motivo non si sa, tranne che il tutto è finito sui giornali, con le solite montature.

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All’uomo è stata sequestrata una bandiera originale dell’esercito tedesco degli anni ’40, piegata accuratamente e riposta dentro ad un armadio assieme ad altre bandiere della medesima epoca e di nazionalità diverse. La bandiera sequestrata, un’originale di un certo valore per i collezionisti, la cui detenzione, ovviamente, non costituisce reato, è stata dispiegata, distesa lungo il letto dagli agenti e fotografata.

La Voce, un giornale, ha strumentalizzato questa foto spacciandola in un articolo per una “coperta nazista”. L’uomo ha chiesto la rettifica di queste affermazioni false,diffamatorie e calunniose, e, ha scritto un esposto al Questore: senza esito.

Tanto che l’uomo ha formalizzato una denuncia anche contro la Digos forlivese per la diffusione di segreto istruttorio: foto strumentalmente selezionate di oggetti presenti nell’abitazione privata ai giornali ed anche una foto della moglie che è estranea alla vicenda, violandone così la privacy e, visti i fanatici che ci sono in giro, mettendone a repentaglio la sicurezza.

Già nel 1996, la Digos forlivese fece partire una denuncia d’ufficio a carico di Matteo Montantanari per incitamento all’odio razziale perché aveva oggetti militari da collezione e di libera vendita nella sua abitazione. Il Pm dichiarò il non luogo a procedere, perché il “reato non sussisteva”.

All’uomo è stato anche sequestrato il pc e varie chiavette usb e alcuni dvd con i pericolosi esercizi di logopedia di suo figlio. Tutti oggetti portati via da agenti della Digos con passamontagna che ne oscurava il volto. Come se si trattasse di chissà cosa.

Quello che è accaduto a Matteo potrebbe accadere a chiunque. Quando si sequestrano libri e si perseguita chi diffonde idee, qualunque esse siano, si entra nell’alveo della tirannia e del totalitarismo. In Italia, ci siamo.




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