Turisti italiani e occidentali frustati in India

Vox
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Dopo il caso del ragazzo russo brutalizzato e sfigurato da una folla di fanatici indù, per avere suonata una ‘campanella sacra’, è la volta di 70 turisti europei brutalizzati la notte di San Valentino dalla polizia indiana a Gokarna, Stato meridionale del Karnataka. Le motivazioni vanno sempre cercate a metà strada tra l’ignoranza di questi ‘figli dei fiori’ che hanno dell’India, e dell’Oriente più in generale, un’idea puramente onirica, quasi ottocentesca, e la brutalità indiana. L’induismo, lungi dall’essere una religione ‘pacifica’, può raggiungere livelli di violenza che rivaleggiano con l’Islam. Dipende da quali correnti.

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Scrive il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung, che nella spiaggia di Kudle Beach, meta del turismo a basso costo e a basso contenuto di quoziente intellettivo – un gruppo di ggiovani (rigorosamente con due g) tedeschi, italiani, israeliani e statunitensi, nel corso di un raduno notturno, si diverte suonando musica, bevendo e fumando hashish.

All’arrivo della polizia, durante la perquisizione, è stata trovata dell’hashish. I turisti sono stati messi in riga e fustigati a colpi di canna di bambù. Secondo i giornali indiani i turisti facevano troppo chiasso e le foto sono fotomontaggi.

Qualche frustata ai fumatori di hashish non farà male.