Islamici denunciano giornale francese per ‘blasfemia’

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Charlie Hebdo frontpage

Islamici ‘francesi’ hanno citato in giudizio la rivista satirica Charlie Hebdo per blasfemia a Strasburgo, per la pubblicazione di una copertina con il titolo:  “Il Corano è una merda – non ferma pallottole”

La Lega di difesa giudiziaria dei musulmani (LDJM)  ha portato il caso davanti al tribunale penale della capitale della Alsazia-Mosella.

La regione, che fu annessa dalla Germania nel 1871 e tra il 1940-45, conserva ancora parte del vecchio codice tedesco che include il crimine di “blasfemia” – che non esiste più nel resto della Francia.

Il LDJM ha anche citato in giudizio Charlie Hebdo a Parigi per “provocazione e incitamento all’odio sulla base dell’appartenenza religiosa ed etnica”.

In realtà, la legge sulla blasfemia in Alsazia copre solo il cattolicesimo, tre forme protestanti e l’ebraismo. L’ultima applicazione della legge sulla blasfemia nella regione risale al 1918.

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Tuttavia, Eric Sander, segretario generale dell’Istituto di Alsazia-Mosella, ha detto a Le Monde che, secondo Statuto “qualsiasi religione può invocare l’articolo 166 del codice penale locale”.

I giudici francesi, invece, prenderanni in considerazione i casi che provocano lesioni, attacco personale e diretto contro un gruppo di persone a causa della loro appartenenza religiosa o incitamento all’odio razziale o religioso nei casi di diffamazione di individui. La Francia è nota per le sue leggi liberticide in tema, peggiori della ‘cinese’ Mancino.

Charlie Hebdo non è nuovo a polemiche relative alla raffigurazione di figure religiose.

Nel novembre 2011, l’ufficio del giornale a Parigi,  venne colpito da bombe e il suo sito hackerato. Gli attacchi erano collegati alla sua decisione di rinominare una edizione speciale “Charia Hebdo” (Sharia Hebdo) con il Profeta Maometto elencato come Editor-in-chief.

La rivista è stato attaccata dagli hacker  di nuovo nel settembre 2012, dopo che ha pubblicato vignette con la caricatura del profeta Maometto.