In Italia sono 1 milione e 400 mila gli under 18 colpiti da pediculosi e la metà – circa 700 mila – hanno meno di 6 anni; seguono i bambini dai 6 ai 12 anni, che sono circa 500 mila, e poi quelli piu’ grandi – fino a 18 anni – circa 200 mila. Il fenomeno è in continuo aumento, in Europa l’epidemia colpisce l’1-3% della popolazione totale.
Secondo le statistiche del Ministero della Salute, il problema si manifesta principalmente tra i banchi di scuola: un bambino su dieci rimane vittima dei pidocchi proprio all’interno di un ambiente scolastico. Il prurito e’ il sintomo piu’ caratteristico, ma non e’ ne’ precoce, ne’ frequente: e’ il risultato di una reazione allergica alla saliva del pidocchio, e richiede circa due settimane per svilupparsi; a questo stadio l’infestazione e’ in atto gia’ da almeno un mese.
”Oggi – ribadisce la Prof.ssa Fabbrocini – una buona terapia con schiume e lozioni occlusive puo’ assicurare il vero trattamento efficace solo se nel tempo si ripassa tra i capelli il pettine stretto. E’ un tema sul quale genitori, corpo docente e dermatologo dovrebbero viaggiare insieme, ma, ahime’, non sempre e’ cosi”’. ”Con la dermatoscopia – ammonisce ancora la specialista – i pidocchi si possono scorgere piu’ facilmente e il dermatologo e’ sicuramente la figura piu’ indicata per risolvere il problema. E’ importante inoltre non sottovalutare il controllo di tutta la famiglia, altrimenti si registra una ricaduta in breve tempo. In alcuni casi resistenti si attuano anche cicli di antibiotici come il cotrimossazolo, tossico per il pidocchio’.
Un altro fenomeno sotto controllo, sta divenendo un’emergenza. Non come malattie serie, come Tubercolosi e Meningite, ma comunque un brutto segno dei tempi. E’ l’integrazione.
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