Dicono di raccogliere fondi per aiuti umanitari in Siria, ma ad arrivare nel paese in guerra dall’Inghilterra – e non solo dall’Inghilterra – sono sostegni concreti ai gruppi islamici. «Siamo preoccupati dal numero di inglesi che vanno in Siria per ragioni ‘umanitarie’ e poi finiscono per rimanere coinvolti nella guerra», ha detto ieri il commissario della Polizia di Londra, parlando del caso di Abdul Waheed Majeed.

Majeed è un cosiddetto musulmano ‘britannico’, aveva raccolto, per aiutare i rifugiati siriani, 140 mila sterline (170 mila euro circa) nella moschea di Crawley (West Sussex), Langley Green Mosque. Poi, si è messo alla guida di una carovana di ambulanze piene di cibo ed equipaggiamenti medici in direzione Siria. E arrivato ad Aleppo, roccaforte degli islamici, ha fatto quello che solo gli xenofili potevano non essere in grado di immaginare: si è unito alla brigata terrorista di Al Qaeda Jabhat Al Nusra ed è diventato un kamikaze.

Ne abbiamo parlato la scorsa settimana. Perché alla guida di un’autobomba si è fatto esplodere davanti alla prigione di Aleppo per liberare altri terroristi rinchiusi.

Majeed aveva 41 anni e tre figli ed è stato descritto dopo la morte dall’imam Omar Bakri, residente in Libano dopo essere stato bandito dalla Gran Bretagna, come «un caro fratello, uno studioso della sharia, interessato alla creazione di uno Stato islamico. Non lo sento da dieci anni ma non sono sorpreso che sia diventato un jihadista: ha dato la vita per i fratelli musulmani e ora è in Paradiso».

La polizia inglese cerca di monitorare le ‘charity’ che raccolgono fondi per la Siria. Ma secondo il responsabile della Charity Commission William Shawcross è impossibile impedire che centinaia di migliaia di sterline finiscano nelle mani dei terroristi attraverso le donazioni di gruppi islamici inglesi.

Le moschee sono luoghi di reclutamento di terroristi e di raccolta fondi per il jihad.