I giudici più pagati d’Europa: 3,5 milioni per auto blu, saloni dorati e 2mila dipendenti

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E’ come una moderna e costosissima Torre di Babele . Due grattacieli gemelli di 24 piani – i più alti in Lussemburgo – che sono stati costruiti per ospitare più di 1.000 traduttori e interpreti.
I linguisti lavorano – a spese nostre – per un’istituzione europea , parte dell’Unione europea, di cui la maggior parte di noi ha nessuna comprensione, ma che ha un potere enorme.

Le torri, deliberatamente progettate per irradiare un bagliore dorato quando colpite dal sole, ospitano i funzionari che lavorano per la Corte di giustizia europea. Un altro dei poteri oligarchici che nega alla radice l’essenza della democrazia.

Ha un budget di quasi 400 milioni di euro l’anno, il triplo del suo bilancio di un decennio fa. Sotto le torri sono parcheggiate diverse auto molto costose, tra cui Mercedes e BMW .

 

Ventotto i giudici – uno per ciascuno degli Stati membri dell’UE – e nove avvocati senior hanno tutti diritto ad auto blu e autista personale e uno stipendio annuale di circa 270.000 euro, nonché le indennità . Le sole vetture costano 3,5 milioni di euro.

Il tribunale – da non confondere con la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, un altro carrozzone – è il tribunale più alto della UE. Interpreta le norme e le leggi comunitarie, e passa il giudizio su casi limite che attraversano i confini dell’UE. Una delle ultime sentenze, è stato dichiarare discriminatorio, il fatto che le compagnie di assicurazione offrissero polizze più convenienti alle donne al volante. Dopo la sentenza, le donne pagano di più.

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Ci sono 56 giudici in tutto, divisi in due rami – la Corte di giustizia e il Tribunale inferiore. Tipicamente , un giudice del Tribunale ha 50 cause pendenti in qualsiasi momento. Ma la lunghezza del processo ha enormemente aumentata la necessità di documenti da tradurre dalla lingua originale del denunciante in francese, la lingua ufficiale della corte, e poi di nuovo per il giudizio.

In totale ci sono 1.000 traduttori, tutti avvocati qualificati, pagati da noi per tradurre circa un milione di pagine ogni anno. Il che evidenzia bene quali siano le gravi distorsioni di un’entità multiculturale. La Torre di Babele appunto, indicata nella Bibbia proprio come summa del disordine.

I traduttori non devono essere poi confusi con gli interpreti. La scorsa settimana , nella Grande Camera, decine di interpreti sedevano dietro le cabine in vetro fumé, offrendo traduzioni simultanee di un caso giudiziario in cui giudici tedeschi cercavano chiarimenti sul diritto comunitario e se gli immigrati turchi potevano essere limitati dall’entrare in Germania nel caso di un fallito test di lingua tedesca: ironico. E antidemocratico: perché, dei parrucconi che nessuno vota, dovrebbero decidere cosa è giusto o sbagliato in una delle nazioni sovrane d’Europa?

La Grande Camera gronda letteralmente oro – una grande rete a maglia dorata è appesa al soffitto. L’ uso della rete d’oro – ci sarà una simbologia massonica? – è un elemento architettonico ripetuto in tutto il vasto complesso di edifici. La hall d’ingresso, non sarebbe fuori luogo nel più sontuoso degli alberghi a cinque stelle. Un enorme lampadario pende dal soffitto da una catena d’argento.

Il complesso, insieme con i due grattacieli di accompagnamento, è costata mezzo miliardo di euro per la sua costruzione appena cinque anni fa. Ma pur essendo vasto – un corridoio è lungo più di 200 metri – gli edifici non sono abbastanza grande per ospitare tutti i 2.000 dipendenti. Molti, infatti, lavorano in edifici per uffici dall’altra parte della strada.

La corte è solo uno dei tanti elefantiaci organismi della Ue. Tutti dai costi osceni ma, soprattutto, profondamente andi-democratici. Perché, una corte di massoni in Lussemburgo deve decidere se l’Italia può espellere o meno un immigrato? Su quali basi? Chi ha dato loro questo diritto? Quando, i nostri farabutti, che si fanno chiamare politici, hanno ceduto un tale livello di sovranità alla UE? E chi, prima di leggere questo articolo, anche solo sospettava l’esistenza della Corte di Giustizia europea?