Deflazione, la ‘scimmietta’ Draghi nega l’evidenza

Vox
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FRANCOFORTE – L’Eurozona vede un periodo prolungato di bassa inflazione, destinata tuttavia a risalire. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, ribadendo che non c’è “alcuna deflazione” in Eurozona. Draghi ha quindi confermato tassi ai livelli attuali o inferiori ancora a lungo.

In realtà siamo sul precipizio della deflazione.

Il bilancio della Banca centrale europea è sceso di 553 miliardi di euro durante lo scorso anno. De facto un “inasprimento passivo” della politica monetaria. Il bilancio della BCE è precipitata a al 23% del PIL della zona euro da un picco del 32% nel luglio 2012. Rozzamente, significa meno denaro in circolazione, una contrazione della liquidità al tempo di un inasprimento globale della politica monetaria.

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Una politica monetaria suicida, in una fase economica nella quale nella zona euro, gli investimenti delle imprese continuano a scendere ogni mese, scendendo al punto più basso dell’era moderna: 18.9 per cento.

Le vendite al dettaglio sono diminuite dello 1.6% nel mese di dicembre, il più grande calo da due anni e mezzo. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 12%, ma solo perché tanti, troppi lavoratori, persone hanno hanno abbandonato ogni speranza e vengono cancellati dalle liste dei disoccupati. L’Italia ha perso altri 425.000 posti di lavoro nel corso del 2013.

Diretta conseguenza della politica monetaria Bce è la contrazione dei prestiti al settore privato: caduti di 155 miliardi di euro rispetto al trimestre precedente.

“L’insistenza della BCE nel negare il pericolo di deflazione è una scommessa pericolosa e rischia di far incancrenire la situazione”, ha detto Ashoka Mody, fino a poco tempo fa nel Fondo Monetario Internazionale.