PER METTERCI I SUOI AMICI ‘PROFUGHI’ A SPESE NOSTRE
SAN GIULIANO DI PUGLIA – Oggi intanto, l’assessore al Welfare – evidentemente quello degli immigrati – Michele Petraroia ha diffuso l’elenco dei comuni che dovranno ospitare i clandestini, il sindaco di San Giuliano di Puglia Luigi Barbieri – località che sarà la prima tappa del tour molisano dell’esponente di governo – ha voluto indirizzarle una lettera aperta. Già pregusta il business dell’accoglienza, un’altra ‘botta di culo’, direbbe il suo collega aquilano.
“Gentile Ministro, ho appreso con piacere che, durante la sua insita in Molise, si recherà a San Giuliano di Puglia per visitare il Villaggio Temporaneo realizzato subito dopo il sisma del 31 ottobre 2002, per accogliere la mia comunità evacuata dal centro abitato. Il Villaggio Temporaneo potrebbe diventare Centro di accoglienza e assistenza in favore di cittadini stranieri. Il Ministero dell’Interno, per il tramite della Prefettura di Campobasso, ha invitato il Comune ad attivare la procedura per la messa a disposizione del Villaggio, al fine di dare ad un progetto di accoglienza a favore dei profughi. Gli amministratori locali e le comunità interessate hanno riflettuto sulle opportunità e sulle criticità che un intervento del genere potrebbe avere sul nostro territorio.
Il Comune di San Giuliano di Puglia e i cittadini sangiulianesi hanno manifestato, in questi mesi di riflessioni sul tema, il desiderio di ricambiare la solidarietà ricevuta in occasione dei tragici eventi sismici già citati, e si sono dimostrati disponibili ad accogliere i rifugiati e responsabili nei confronti dello Stato chiamato a risolvere il grave problema dell’accoglienza degli immigrati. Colgo quest’occasione per rappresentarLe che la stessa disponibilità e responsabilità da parte dello Stato, nelle sue diverse articolazioni (Governo e Regione Molise), non è stata dimostrata nei confronti del Comune di San Giuliano di Puglia relativamente alla soluzione della problematica dei risarcimenti alle vittime della scuola crollata in occasione del terremoto del 31/10/2002. Com’è noto, infatti, il Comune di San GiuUano di Puglia, per responsabilità penale di suoi rappresentanti dell’epoca, è stato condannato a risarcite le vittime per un importo complessivo, a titolo di prowisionali, di 12,5 milion di euroi, somma non alla portata di un Comune con una popolazione di circa 1.100 persone. Ad oggi, nonostante lo stanziamento di tali risorse nella Delibera Cipe 62 del 4 agosto 2011 (circa 3 anni fa) e le previsioni della Legge Regionale n° 12 del 30 aprile 2012 (circa 2 anni fa), le somme sono state solo parzialmente erogate e, addirittura, da contributo stanziato in favore di un Comune in difficoltà sembrerebbe trattarsi di un prestito da parte dello Stato, pur nella consapevolezza di tutti dell’impossibilità di restituzione da parte del Comune.
Ecco perché Le chiedo di assumere ogni iniziativa utile, nei confronti dei soggetti competenti (Ministro Trigilia e Regione Molise), finalizzata a considerare il predetto stanziamento a titolo di contributo definitivo con contestuale erogazione delle somme al Comune, dimostrando, in tal modo, che lo Stato è vicino alle comunità locali, soprattutto a quelle a cui il destino ha riservato tragici eventi.
Confido nella Sua sensibilità e in quella dell’intero Governo per la soluzione della problematica rendendomi disponibile a fornire ogni ulteriore eventuale elemento di informazione”.
Ci risiamo, il cosiddetto ‘Stato’, è ormai una macchina infernale impegnata a depredare gli italiani per dare agli immigrati. Un villaggio che poteva essere utilizzato per dare alloggio a giovani coppie italiane, verrà regalato a migliaia di clandestini. Come Mineo.
E questi sindaci, sempre pronti a calare le braghe, magari in cambio di qualche spicciolo. Sindaci che parlano a nome dei cittadini, cittadini ai quali mai, è stato chiesto cosa pensano.
Ah e, sindaco di San Giuliano: la solidarietà l’avete avuta dagli italiani, non dai congolesi.
Il villaggio venne costruito al tempo del disastroso terremoto per ospitare gli abitanti e somiglia ad un paese di montagna con casette di legno. In basso, a poca distanza, il Comune di San Giuliano di Puglia vero e proprio, dove le famiglie – circa mille persone – sono rientrate.
Ebbene, nei primi mesi del 2014, questo “paese di legno” verrà regalato ai clandestini. Si trasformerà in una ‘Mineo pugliese’: droga, prostituzione e disordini.
Lo avevamo anticipato mesi fa:
A Roma sarebbero stati individuati i fondi e anche la destinazione d’uso nell’ambito dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Sempre da Roma si aspetta quindi la decisione operativa da parte del Ministero dell’Interno e, per competenza, del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione guidato dal Prefetto, Angela Pria che ha visitato il villaggio: «Stiamo cercando di uniformare ancora di più il sistema dell’accoglienza attraverso la realizzazione di strutture, che abbiamo chiamato hub, una per ogni regione, in cui trasferire le persone dai luoghi di sbarco. La permanenza non può essere ivi superiore a trenta giorni e si possono svolgere subito tutte le formalità che le riguardano, dall’assistenza sanitaria alla formalizzazione della domanda d’asilo, senza fare incardinare la competenza presso quel territorio e poi trasferirli. Questa prima sperimentazione – ha spiegato la responsabile del Dipartimento – partirà a San Giuliano di Puglia utilizzando un villaggio temporaneo a suo tempo costruito dalla Protezione civile, una bella struttura realizzata con soldi pubblici. Il Comune, dove ci siamo recati più volte, incontrando gli esponenti regionali e le autorità locali, ha offerto la sua disponibilità. Ci chiedono, a fronte della realizzazione di un hub, attività aggiuntive che porteremo poi all’attenzione degli altri ministeri. Non è, infatti, coinvolto solo il Ministero dell’interno. Questo sarà la nostra prima sperimentazione, con una permanenza di un mese e il trasferimento nei posti Sprar di cui disporremo dal prossimo anno». Sperimentano. Siamo cavie da laboratorio.
E già le associazioni che fanno dell’immigrazione un business si fregano le mani. Come proposto dalla Caritas di Termoli e dalle altre parti «il numero dei ‘profughi’ si attesterà in via orientativa sulle 400 unità».
Ci sono infatti diversi business che nascono dalla presenza di un centro come questo – il traffico di droga e la prostituzione sono due -, già si parla di appalti agli amici degli amici per servizi di mensa e pulizia e attività specializzate che richiedono professionisti come psicologi. E le associazioni xenofile pullulano di ‘psicologi’. Anche di psicolabili a dire il vero.
Oltre alle casette, circa duecento, ci sono numerose strutture e ambienti comuni da fare invidia a una cittadina: la mensa, una grande scuola polifunzionale, un campo di calcio in erbetta sintetica, un campetto, una farmacia, un ambulatorio, una chiesa, due centri allora dedicati ai negozi e alle altre attività commerciali, capannoni, rimesse per i mezzi, un eliporto e tanti altri spazi.
Servirà qualche milione di euro per ‘adeguare’ il villaggio alle esigenze degli ‘ospiti’, come la trasformazione della chiesa in moschea.
Una vera e propria ‘colonizzazione’. Un intero villaggio chiavi in mano.
Un pensiero su “San Giuliano: la Kyenge si prende il villaggio dei terremotati”
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